Interventi riportati dal forum "CodingAtSchool"

Sito: Corsi di laurea e post laurea
Corso: B013447 (B219) - INFORMATICA (CURRICULUM: EDUCATORE PER L'ETA' ADULTA E LA TERZA ETA' - E35) 2019-2020
Libro: Interventi riportati dal forum "CodingAtSchool"
Stampato da: Utente ospite
Data: sabato, 23 novembre 2024, 21:33

Descrizione

Perché usiamo un forum esterno, vale a dire CodingAtSchool, in Reddit?

Per i seguenti motivi:

  • Fra gli obiettivi di tutti i miei insegnamenti c'è quello di far conoscere alle persone gli  ambienti di lavoro più utilizzati, per i diversi scopi, e di mostrarne l'impiego corretto. Sono cose che si imparano al meglio usandole effettivamente. E non è la stessa cosa se si usano i tool inseriti nele piattaforme istituzionali, come questa. Tuttavia, poiché sussiste anche la necessità di lasciare traccia di tutte le attività all'interno delle piattaforme istituzionali, riporto qui la trascrizione esatta di tutti gli interventi nel forum, dedicando un capitolo di questo "oggetto libero di Moodle" ad ogni thread del forum in Reddit.
  • Poiché il forum CodingAtSchool, in Reddit è frequentato anche da altri studenti di vari altri insegnamenti o MOOC, si ottiene un effetto di diffusione delle informazioni, dei problemi e delle soluzioni che rappresenta un grande valore aggiunto, e precisamente il valore che si dovrebbe cercare di spremere da strumenti di questo tipo.

1. Corso Informatica L-19

5/3/2020 214:34

Buongiorno, sarei interessata a partecipare al progetto "Programmare il computer per apprendere. (Pensiero computazionale); sarei venuta al ricevimento ma hanno sospeso le attività. Verrò martedì 17 marzo. Avendo scelto il suo percorso, non è quindi necessario che frequenti le lezioni del prof. Trapani? Potrebbe intanto illustrarmi anche brevemente il contenuto del progetto in modo da orientarmi e poter scegliere con più consapevolezza, oppure è sufficiente che venga al ricevimento? Grazie Angelica Di Biase, 7009505


5/3/2020 22:17

Va bene Angelica. Non è necessario che frequenti le lezioni del prof. Trapani.

5/3/2020 22:36

Va bene, la ringrazio.






2. Primi suggerimenti #L19

andreas-formiconi 13/03/2020 10:39

Vi assillerò con un po' di messaggi. Vi devo rendere partecipi per creare un senso del gruppo e perché così, vi potete aiutare anche fra voi - la didattica online è una bella cosa ma le relazioni umane sono diminuite, e occorre compensare in qualche modo. Io sono oberato da molte attività, quindi posso sbagliare qualcosa o tardare, malgrado la buona volontà, il gruppo può aiutare. L'attenzione verso questi particolari fa già parte dei contenuti relativi alla creazione di contenuti in contesti informali (e non solo). In particolare attraverso l'uso di mezzi informatici - ecco il nesso fra informatica e comunità di apprendimento! A questo proposito, usate liberamente il forum, come stanno facendo, ottimamente, Angelica e Gioia, nella discussione https://www.reddit.com/r/CodingAtSchool/comments/fgbwcz/i_post_per_gli_studenti_del_cdl_in_scienze/. Grazie!

Va da sé che mi auguro l'emergenza finisca quanto prima, primo per motivi ovvi, secondo perché questi percorsi erano immaginati per darvi occasioni di fare pratica dal vivo in argomenti che vi interessano. Essere costretti a fare tutto online è una beffarda ironia... Sperando di poter agire presto, usiamo comunque questo tempo per entrare nel contesto.

Divido per gruppi.

  1. Creazione di comunità di apprendimento in contesti informali e inclusivi
    Qui come primo passo proporrei di leggere i post del blog Laboratorio Aperto di Cittadinaza Attiva. In particolare, rifacendosi dal primo: Come è nato questo blog. Seguendo questi post si può capire, per sommi capi, il processo di autoformazione che si è dato una piccola comunità di cittadini. Successivamente ci occuperemo della reta dell'accoglienza.

  2. Robotica per la scuola (BeeBot, BlueBot…)
    Qui vi propongo due video, relativo a un laboratorio di robotica povera fatto in collaborazione con una grande maestra, che è Maria Grazia Fiore, grande perché ricca di esperienze in quartieri difficilissimi (a Bari), grande perché espertissima di mezzi tecnologici, grande perché affronta con coraggio e totale apertura la difficilissima situazione di avere due figli autistici, diversamente l'uno dall'altro. Tiene vari blog, oltre a quello linkato sopra, fra cui l'Officina di Jacopo e Visualfor All. Quello di Maria Grazia è un brillante esempio di uso delle tecnologie in ambito didattico. Ora è impegnatissima nella gestione online della sua scuola. Conviene esplorare le sue tracce. Ecco i due video (circa 40-45 minuti l'uno): e . Poi ho con me una valigia di robot che vi mostrerò in alcuni video.

  3. Programmare il computer per apprendere (pensiero computazionale)
    In realtà questo percorso era immaginato per chi volesse approfondire il cosiddetto coding e per esplorare il cosiddetto pensiero computazionale. Angelica ci pone un panorama assai più ampio, parlando di attività in una casa circondariale. Rispondendo qui alla sua descrizione, si tratta di capire, nella realtà che descrive, cosa consente di fare l'organizzazione. Considerato che nelle organizzazioni in generale, prevale un clima - anche esageratamente - di chiusura, mi aspetto che in un contesto istituzionalmente costrittivo non sia consentito alcun accesso all'esterno. Si tratta, in questo caso, di capire cosa mettere dentro al computer e cosa offrire, ma questo dipende dai percorsi che si vogliono offrire e dalle relazioni personali interne. Ad esempio nulla vieta anche di proporre un percorso a metà fra il gioco e il ripasso-approfondimento di concetti matematici (ma possiamo anche eplorare altro). Qui, Angelica, per avere un 'idea, dai una scorsa a questo manuale che ho scritto per formazione primaria: Piccolo manuale di LibreLogo. Se non hai problemi a leggere in inglese poi ti passo un'altra cosa. Si tratta di una sorta di gioco dove con comandi scritti in un documento (scritto in LibreOffice, analogo di MIcrosoft Office) si possono realizzare disegni, da semplicissimi a molto complicati. Questo avviene grazie al fatto che i comandi fanno muovere una tartaruga stilizzata che quando si muove lascia una traccia. Ecco un esempio che ho postato in Facebook, un po' complesso ma divertente - lo stile del breve post è onirico-demenziale, un esperimento comunicativo che mi sto divertendo a fare in Facebook e Twitter (chi vuole può contattarmi anche in quei luoghi), uno al giorno, basato sulla serie Netflix Vicking. Sono molto vari i contesti in cui può servire. Ad esempio in questo articolo si descrive come un insegnante (molto bravo) abbia recuperato un ragazzo completamente chiuso alla comunicazione: What Can We Learn From the Interaction of a Deaf Child With a Turtle?

AngelicaDiBiase 13/03/2020 11:39

Buongiorno, La ringrazio. Leggerò il manuale che mi ha indicato e osserverò l'esperimento proposto. Per quanto riguarda il documento in inglese, non dovrei avere problemi. Grazie mille.

andreas-formiconi 13/03/2020 15:40

Te l'ho inviato per email.

Nello spirito di offrire sempre tutti gli spunti possibili, esiste anche il cosiddetto coding unplugged: attività che hanno un senso informatico ma che si fanno senza aver bisogno di alcun congegno elettronico (unplugged: senza spina). Non di rado sono giochi divertenti da fare insieme - dopo l'emergenza virus ammiccante

Possono avere senso in qualsiasi comunità.

AngelicaDiBiase 13/03/2020 16:11

Perfetto, ho visto la mail. Mi documento e le faccio sapere al più presto. Grazie.

AngelicaDiBiase 21/03/2020 17:21

Buonasera, ho letto i documenti che mi ha consigliato e osservato le varie fonti.

Trovo che LibreLogo sia davvero interessante e, per quanto riguarda la Tartaruga credo che possa essere utilizzata per realizzare delle attività.

Nel contempo ho cercato di capire quale impronta poter dare alla tipologia di programmazione che vorrei realizzare. Provo ad esporle l'idea che mi sono fatta, le chiedo però di aiutarmi ad orientarla poiché vorrei capire che cosa è realizzabile e che cosa no.

Indubbiamente vorrei che il sistema entro cui i detenuti operano fosse "chiuso", ovvero che fossero in qualche modo vincolati a stare all'interno di un insieme di siti o programmi autorizzati.

Ho poi pensato che esistono varie tipologie di detenuti che frequentano la scuola o che comunque hanno accesso alla biblioteca. Tra le varie , ne ho selezionate due macro, vorrei capire se una delle due è più accessibile dal punto di vista della formazione o se entrambe possono essere valide. Una è quella di detenuti che frequentano la scuola superiore, i quali potrebbero sfruttare un sistema interattivo di ricerca o di approfondimento di argomenti o attività proposte dall'insegnante. L'obbiettivo potrebbe essere quello di aumentare la motivazione intrinseca di ciascuno, essendo il mezzo già di per sé interessante; inoltre credo che l'individualizzazione dell'insegnamento possa essere più semplice ed efficace, anche se, devo considerare che le classi non sono molto numerose. Inoltre da considerare che, a meno che queste attività non debbano essere svolte in biblioteca, sarà necessario che siano attività da poter svolgere in classe durante l'orario delle lezioni.

L'altra tipologia è composta da detenuti stranieri che imparano l'italiano, cosa per loro indispensabile anche solo per comprendere la situazione in cui si trovano, oltre che nell'ottica di un futuro reinserimento sociale e lavorativo. In questo caso ho pensato che la programmazione sfruttando la Tartaruga possa essere un'ottima base da cui partire per l'apprendimento della lingua. Come una sorta di banca-dati da cui scegliere un determinato esercizio focalizzato su nozioni precise. Mi chiedevo se fosse possibile inserire, all'interno di ciascuno esercizio, una sorta di lettore automatico che li aiuti a comprendere meglio la consegna o i contenuti dell'attività, leggendo il tutto nella lingue da loro conosciuta, considerandolo, però, soltanto un sostegno qualora non capissero e non una "sostituzione" della lingua da apprendere.

Mi piacerebbe anche che, al termine di ciascuna attività, chi la svolge ricevesse un feedback.

Forse per questa seconda parte ho un'idea più strutturata.

Aspetto un suo riscontro. Angelica Di Biase

andreas-formiconi 22/03/2020 10:32

LibreLogo

Si può usare con tre obiettivi, che spesso si sovrappongono (proficuamente):

  1. approfondimenti logico-matematico (pensiero computazionale), soprattutto geometria - il limite fra gioco e studio è felicemente confuso: esplorando studi, studiando esplori

  2. creazioni estetiche - dove scopri che creando fai matematica e facendo matematica crei bellezza - util per capire che il pensiero matematico non è una roba ragionieristica ma immaginifica

  3. produzione di grafiche - io per esempio ci faccio diverse figure per articoli o libri. Qui hai un esempio.

Probabilmente, in alcuni casi potresti trovare vantaggioso proporre una di queste attività. Se sì, puoi approfondire un po' LibreLogo in questo percorso.


Programmazione che vorresti realizzare

Prima una domanda: ma tu hai una prospettiva concreta in questo senso, al di là dell'attuale emergenza? Ci stai lavorando attualmente? Quindi ti puoi riferire a un contesto ben specificato? O stiamo facendo un ragionamento ipotetico?


Essere vincolati a stare all'interno di un insieme di siti o programmi autorizzati

Penso che in contesti del genere sia da escludere il fatto di poter andare in Internet. Se sì si tratta di un'eccezione, che va verificata. E, in caso affermativo, la cosa richiede risorse, sotto forma di un tecnico o sistemista dell'organizzazione che organizza un proxy, ovvero un computer configurato in modo da controllare gli accessi alla rete esterna e cosa può entrare e cosa no. Poiché si tratta di un contesto giudiziario deve essere qualcosa di professionale e ciò comporta costi. Soprattutto ci deve essere una persona che possa e voglia gestire questo aspetto.

Esistono dei sistemi - hardware a costo molto basso con free software - che consentono di creare un ambiente Internet completamente privato e isolato rispetto all'esterno, dove gli insegnanti introducono tutte le risorse che ritengono opportune. Da usare nello spazio di una classe. Ci vuole una scheda Raspberry (computer che sta tutto su una piccola scheda da 50 Euro) e il software fatto da un insegnante francese che si chiama Entbox: https://entbox.ticedu.fr/. È in francese. C'era una versione tradotta in italiano: ho chiesto a dei miei amici che avevano contribuito. Io l'ho usata in classe, a scopo dimostrativo. Una mia studentessa di formazione primaria, Benedetta Tartarelli, ci ha fatto la tesi: "Entbox, la scatola del sapere": esperienza di lavoro con piattaforma interattiva offline (è fra le tesi che metto a disposizione a titolo di esempio, qui: http://iamarf.ch/labfp/tesi/). Una soluzione impegnativa ma molto interessante, ideale per situazione del genere. La realizzazione richiederebbe un impegno che andrebbe al di là di questo percorso ma potresti impostare la cosa. Se ti interessa penso che ti potrei mettere in contatto con Benedetta.


Apprendimento italiano

Qui l'uso della Tartaruga è un po' meno diretto, perché la Tartaruga è sostanzialmente concepita per fare grafica. Ciò non esclude di costruire altro. In questo mio corso online (un MOOC: Massive Open Online Course), nella lezione due c'è un esempio per produrre Limerick. Per accedere oltre la prim alezione devi fare un account completamente gratuito: niente denaro, niente tracciamento, niente pubblicità.


andreas-formiconi clicca qui per l'orginale


Ecco Angelica,

metto qui alcuni video tratti da http://iamarf.ch/labfp/

Ho estratto i video, con i link diretti, e i tempi in cui si cita la Entbox. Tempi approssimativi, perché sono lezioni (si parla sempre troppo...).

25:57 Gruppo tirocinio Meier - Tablet, Entbox...  

33:46 Entbox - Meier

48:50 Collegamento Entbox

49:54-53:17 Frammento girato in studio per mostrare meglio Raspberry PI e Router (LinkSys)

57:20 Blog in Entbox -> Discussione di due post del forum Osservazioni sull'ottima qualità, anche formale, dei post - primo post di riflessione sull'impiego di Logo in classe

1:49:08 Inciso sul download di file da Entbox: ce ne serviamo per scaricare l'articolo "Core Knowledge of Geometry in an Amazonian Indigene Group" pubblicato su Science

7:10 Cosa abbiamo fatto le volte scorse. Scopriamo e usiamo l'Entbox che usiamo con una scheda Raspberry.

23:46 Elenco delle cose che si possono fare con la Entbox...

7:10 Cosa abbiamo fatto le volte scorse. Scopriamo e usiamo l'Entbox che usiamo con una scheda Raspberry.

23:46 Elenco delle cose che si possono fare con la Entbox...22:06 (Entbox) Rete sociale, alla Facebook ma privata. L'abbiamo solo mostrata.

23:07 (Entbox) Il blog (di tipo Wordpress), per distribuire contenuti di vario tipo e interagire.

23:45 (Entbox) Il pad, strumento legggero e semplice per la scrittura condivisa.

24:41-35:59 (Entbox) Inciso sul progetto del Meier.

35:59 (Entbox) Spazio di download: per fornire contenuti agli studenti.

36:35 (Entbox) Spazio di upload: per consentire agli studenti di caricare i propri contributi.

36:59 (Entbox) Cloud: spazio privato dove ciascuno può riporre i propri materiali.

37:54 (Entbox) Spazio per offrire parti di Wikipedia.

38:37 (Entbox) Biblioteca di ebook.

39:09 (Entbox) Spazio wiki per la scrittura cooperativa di documenti complessi.

39:38 Descrivendo un frammento di vita del Laoratorio di Tecnologie didattiche usando la Entbox.

40:13 Un post nel blog dove si commentano due contributi nel forum della classe - come gli studenti hanno prontamente interpretato le regole per contribuire a una comunità di apprendimento online. Il post l'ho successivamente pubblicato in rete: Riflessioni su un paio di interventi nel forum.

46:52 Un brano da una conversazione nella comunità del laboratorio intorno all'impiego di Logo nella realtà della scuola.

51:50-52:51 Inciso sull'inserimento di video fra i contenuti caricati nel blog della Entbox.

00:00 Facendo partire Entbox, risolvendo problemi di connessione vari

0:00 Nuovi file offerti tramite la Entbox - lo saranno anche via piattaforma. Quelli nuovi sono l'esperienza Logo con un ragazzo sordo e il manuale dei comandi LibreLogo, sia in italiano che inglese.

11:59 Usiamo il blog in Entbox per consentire ai presenti di scaricare il frammento di codice di Martina e lavorarci direttamente in aula.

0:00 Procedura per montare una Entbox.

47:00 ... si riprende l'installazione di Entbox, che nel frattempo abbiamo caricato sulla SD card...

54:01 ... qual è il sistema operativo che gira nella Entbox (sono spesso fuori campo...)

1:03:30 Riassumo la spiegazione dell'amministrazione di Entbox davanti alla GoPro

34:00 Marta, Claudia, Elena e Francesca: Entbox al Meyer

La ringrazio, visiono tutto e le dico al più presto.

Nel contempo aspetto la risposta della prof.ssa Del Gobbo.

Salve prof. Ho visualizzato il materiale che ha suggerito sia per il tema 2 che per il 3, del quale le avevo fatto richiesta. La robotica sarebbe interessante ma, vista la situazione attuale che limita il recupero di oggetti utili e di sperimentazione diretta, sarei propensa a direzionare l'attenzione su i Kidbots. Trovo interessanti e utilizzabili tutte e 4 le attività suggerite e ho in mente un paio di piccole varianti. Visti i prerequisiti necessari, credo che sarebbe più funzionale rivolgere l'attività a bambini dell'ultimo anno della scuola dell'infanzia. Proprio due anni fa, nella mia classe di 5-6 anni, ho proposto l'utilizzo delle frecce destra-sinistra per creare dei percorsi. Il metodo che viene suggerito è sicuramente più curato, specifico, adatto a più varianti.. e risulterà anche più efficace! Cosa ne pensa? Grazie!

Anna Chiara

P.S. Se per il progetto 2 può servire del materiale relativo all'utilizzo di doodle e della stampante 3D nella scuola dell'infanzia, consiglio il progetto di INDIRE a cui ho partecipato con la mia scuola dell'infanzia http://www.indire.it/progetto/maker-a-scuola/ . Il testo che è stato realizzato a seguito del progetto è sul sito liberamente scaricabile.


Con Kidbots ti riferisci a questi: https://csunplugged.org/en/topics/kidbots/?

Se sì, certamente, mi sembra un'ottima idea. Molti esercizi richiedono l'uso di vari tipi di carte che possono essere scaricati e stampati. Non so se hai bambini "a disposizione" nel luogo dove ti trovi. Se sì li puoi coinvolgere nella sperimentazione. Oppure, se hai conoscenti con bambini, potresti proporre delle riunioni in Jitsi, e potresti provare a svolgere qualche attività collaborando online. Non prendere ciò come un'assegnazione di compito, sto solo fantasticando, poi vedi mai...

Grazie per avere condiviso con gli altri le interessanti informazioni sull'impiego di Doodle e stampa 3D. Abbiamo questo materiale da usare nei laboratori che ho usato gli anni scorsi in alcuni corsi. Sono possibilità interessantissime anche se ci vogliono insegnanti disposti a spenderci tempo, cosa non del tutto scontata per via delle pianificazioni serrate che spesso affligono le scuole.

Si esatto! Mi riferisco a questo!

Ottimo suggerimento, adesso penso a come potrei fare con dei conoscenti privati. Provo anche a parlarne con la mia collega, cercando di capire se possiamo inserire questa sperimentazione in una delle attività che proponiamo alle famiglie con la didattica on-line.

Nel frattempo posso iniziare a preparare qualcosa?

Condivido la refrattarietà e le difficoltà che si incontrano nella scuola, è ancora fin troppo ancorata alla modalità trazionalista di fare scuola.. La mia esperienza è stata corredata da tutto questo! Però siamo riusciti a partecipare in piccola parte al progetto, non è impossibile! Mi auguro che questo periodo di lontananza possa essere utile a renderci consapevoli, almeno in parte, sull'uso delle tecnologie in ambito scolastico.

Grazie, Anna Chiara


Ottimo. Libera di intraprendere!



3. I post per gli studenti del CdL in Scienze dell'Educazione e della Formazione #L19

andreas-formiconi10/3/2020 11:46

Contrassegnerò nel titolo con l'hashtag #L19 i post per gli studenti che seguono un percorso con me nell'insegnamento di informatica del CdL triennale in Scienze dell'Educazione e della Formazione.

Poiché questi percorsi sono basati su attività concrete, le disposizioni relative al blocco delle attività didattiche in presenza ci constringono a inventarci qualcosa. Intanto, nei prossimi giorni, provvederò a fornirvi dei materiali da leggere e, ove sensato, dei video da seguire, nella speranza che dopo il 3 aprile si possa poi fare qualcosa di concreto.

Come primo passo vi chiedo di scrivere qui

  • quali sono le vostre eventuali esperienze pregresse sui temi dei progetti che avete scelto

  • i contesti professionali in cui volete o vorreste applicareciò che potrete imparare da queste attività

  • eventualmente, che cosa vorreste imparare

  • altre cose che vi sembri opportuno condividere

Tutto ciò serve ad avviare un dialogo e aiuta me nel cercare di darvi qualcosa di minimamente utile.

Il fatto di usare un forum condiviso fa già parte dell'insegnamento implicito di informatica e del suo impiego in contesti online.


AngelicaDiBiase 11/3/2020 9:04

Buongiorno, io ho scelto il progetto n. 3: "Programmare il computer per apprendere".

Non ho particolari esperienze pregresse se non quelle di osservazione, e talvolta di partecipazione, ad attività svolte in classe al Liceo insieme a due ragazzi per i quali Tablet o computer venivano utilizzati come strumenti in alternativa a quelli della lezione curricolare.

Avendo scelto di occuparmi di educazione per gli adulti ed avendo svolto il tirocinio presso una Casa Circondariale, mi piacerebbe capire se fosse possibile creare un circuito protetto accessibile anche in un ambiente come questo in cui, necessariamente, i contatti con l'esterno, e quindi anche la connessione internet, sono limitati. Considerando che ci sono gruppi che frequentano la scuola sarebbe interessante capire se ci fosse, ad esempio, la possibilità di utilizzare un computer per svolgere ricerche e compiti assegnati in classe dall'insegnante; oppure a scopo ricreativo ma pur sempre con obbiettivo di apprendimento.


andreas-formiconi 11/03/2020 19:42

Ecco vedi, già questo primo feedback ci proietta da tutta un'altra parte, rispetto a quello che immaginavo. Anch'io ho lavorato presso una casa circondariale: svolgevo i corsi di informatica per le lauree sanitarie, dalle triennali a medicina, circa fra il 2005 e il 2010. Ci ho passato diverso tempo. Fra i svariati shock cognitivi e emotivi ci fu quello che non era permesso usare nulla, assolutamente nulla. Fui pesantemente redarguito da una guardia in proposito, che mi disse che non avevo capito nulla del "pianeta carcere", In quell'occasione imparai anche che quando sei lì dentro puoi essere chi vuoi, non conti più nulla. Avevo preparato un CD dove avevo trasferito tutte le risorse utili per il corso. Me lo buttarono via.

Vero è che si trattava di un regime in massima sicurezza - 42 bis - ma è interessante confrontare con la tua esperienza. Nella tua esperienza, si è trattato di un istituto con regole più morbide? Forse nel frattempo sono cambiate per tutti? Oppure siamo allo stesso punto?

In base al tuo interesse per la questione e ciò che emergerà da questo confronto possiamo studiare insieme delle soluzioni.


AngelicaDiBiase 11/3/2020 9:36

Nel mio caso si tratta di detenuti non per forza in regime di alta sicurezza, ma anche di comuni.

Ci sono ad esempio detenuti che frequentano la biblioteca in cui è previsto un sistema di prestito ed, ultimamente, stavano pensando di inserire un computer, accessibile ai detenuti, attraverso il quale sarebbe stato possibile registrare ogni movimento dei libri, all'interno di un sistema protetto.

Resta il fatto che è un contesto particolarmente restrittivo, da qui è nata questa mia curiosità.

Ciao, Ho letto dello scambio con il prof. rispetto al tuo interesse e della tua esperienza in casa circondariale. Io non ho avuto nessuna esperienza a riguardo, ma questa tematica mi ha sempre interessata molto. Durante la preparazione dell'esame di pedagogia sociale ho avuto l'opportunità di scegliere il libro "Il diritto al risarcimento educativo dei detenuti, Fi. FUP 2016" (a cura di Francesca Torlone) che mi avrebbe potuto formare a riguardo. Mi ha sorpresa piacevolmente vedere che l'obiettivo rieducativo del carcere non è un'utopia ma realtà. L'orizzonte aperto nel nostro territorio ( parlo della nostra regione) è veramente importante e lascia respirare un'aria di fiducia che può essere spronante. Leggendo il vostro scambio prima mi ha stonato e rattristato sentire di un'esperienza di tale chiusura e poi mi si è accesa una lampadina perché, se ciò che ho studiato non è così lontano da noi, il vostro progetto potrebbe davvero essere una grande opportunità! Ti consiglio di consultarlo per avere un'alta finestra su esperienze reali e vicine, per avere spunti e suggerimenti. Tra gli autori anche la nostra prof.di pedagogia sociale Del Gobbo Giovanna. Ti consiglio anche di Benelli C. e Del Gobbo G. 2016 " Lib(e)ri di formarsi. Educazione non formale degli adulti e biblioteche in carcere.". Se hai bisogno posso aiutarti con questi materiali! Buon lavoro, Anna Chiara

Ciao! Ti ringrazio per il tuo interessamento! La mia tesi avrà per sfondo questo tema ed è proprio con la professoressa Del Gobbo che lo sto curando. Inoltre cerco di analizzarlo da più punti di vista, ecco perché ho pensato di inserirlo anche in questo progetto col professor Formiconi. Indubbiamente si parla di un regime chiuso e complicato, ma io credo fortemente nella finalità rieducativa e di reinserimento sociale. Consulterò senz'altro il libro che mi indichi. Per quanto riguarda "Lib(e)ri di formarsi", lo avevo già inserito nelle prossime letture. Ti ringrazio ancora infinitamente per il tuo interesse! Angelica

Bello questo vostro scambio! Ecco, qui sta il valore di un forum online...


GioiaGrandi 12/03/2020 22:30

Ciao a tutti, io ho scelto il progetto numero 1: "Creazione di comunità di apprendimento in contesti informali e inclusivi".

  • Non ho particolari esperienze pregresse in questo campo, ma diciamo che non è la prima volta che mi affaccio al mondo dell'immigrazione o più in generale dell'inclusione.
    - Nel 2016, a Gorino (provincia di Ferrara) un paesino di pescatori vicino a dove ho vissuto, successe un fatto che mi lasciò di stucco: gli abitanti barricarono la strada per impedire l'arrivo di 12 donne africane. Su tutti i giornali uscirono frasi orribili di questi pescatori che per giorni portarono avanti questa "lotta" contro l'accoglienza di migranti nel loro territorio. Per fortuna a distanza di tempo sembrerebbe che la situazione sia cambiata e che queste persone si siano accorte del grave errore che hanno commesso (link all'articolo: https://www.lastampa.it/cronaca/2017/10/22/news/un-anno-dopo-le-barricate-la-redenzione-di-gorino-pronti-a-ospitare-profughi-1.34406926 ). Sta di fatto che questo avvenimento mi ha toccato molto da vicino e mi ha fatto riflettere tantissimo.
    - Nel 2017, il mio ultimo anno di liceo, la nostra professoressa di scienze umane ci ha dato l'opportunità di svolgere una ricerca empirica su un tema di nostro interesse, la mia si intitolava "Immigrazione, cogli l'occasione per comprendere". Per svolgere questo lavoro ho intervistato otto ragazzi di diverse età, immigrati da parti diverse dell'Africa, che in quel periodo erano ospitati in due strutture in provincia di Rovigo (Veneto), gestite da una cooperativa sociale. Molte di queste interviste sono state fatte in inglese o in francese perché i ragazzi ancora non conoscevano bene l'italiano e dalle loro parole sono venuta a conoscenza di molte storie che prima non potevo immaginare: la realtà di alcuni paesi e tribù africane, le difficoltà dei viaggi che questi ragazzi compiono per arrivare in Europa e soprattutto come si sentono una volta arrivati qui. Questa esperienza è stata per me un'occasione unica per poter capire meglio questa realtà con cui tanti italiani e tanti politici si riempiono la bocca. Ho potuto rispondere alle domande che girovagavano per la mia mente, capire quanto del "dire comune" era vero e quanti in realtà erano generalizzazioni e pregiudizi. Soprattutto, ho avuto l'occasione di vedere la questione con i loro occhi, o meglio con le loro parole e i loro racconti.
    - Nel 2018, il mio primo anno di università a Firenze, mi sono iscritta ad un corso di Afro dance (uno stile di ballo che riprende musica e passi africani). In quel periodo la scuola aveva appena aperto e io ero l'unica ragazza bianca del gruppo, gli altri erano ragazzi e ragazze del Camerun, amici miei. Ci siamo esibiti in diversi spettacoli locali, dove il pubblico era per lo più di origine africana, e devo dire che in nessun momento mi sono sentita "l'intruso", mi hanno sempre fatta sentire parte di un gruppo in cui non importava il colore della pelle o l'origine geografica, ciò che ci univa era la passione per il ballo. Oggi la scuola Rythme Afro ha sede a Novoli e conta numerosi ballerini provenienti da tantissimi paesi dell'Africa e dell'Italia che si muovono insieme seguendo un unico ritmo.

  • Mi auguro di poter applicare le capacità acquisite in questa attività in diversi contesti, non soltanto in quello lavorativo/professionale. Credo che tutto ciò che ha a che vedere con l'inclusione, la conoscenza dell'altro e dell'ignoto, ci faccia crescere prima di tutto come persone e poi come educatori. Nel nostro lavoro, con il ruolo che rivestiamo nella società e per la società, non possiamo sottovalutare l'importanza di questi concetti. La comunità e l'insegnamento informale ci mettono alla prova proprio perché non esiste un programma, una scaletta, un giusto e un sbagliato; siamo solo noi, attraverso il nostro buon senso e le nostre capacità, a rendere quell'esperienza un'esperienza che conta, a far si che quel tempo sia di valore (per noi e per i ragazzi).

  • Da quest'esperienza vorrei imparare. Non so esattamente cosa, ma vorrei imparare da essa, da eventuali errori e (spero) dai successi. Si può sempre imparare dalle esperienze e migliorarsi. Mi piacerebbe sfruttare quest'opportunità anche per capire se un giorno potrei farne un lavoro, ovvero se oltre alla curiosità e all'interesse che mi suscita potrei approfondirla e viverla professionalmente.


sofianastasi 16/03/2020 13:48

Buongiorno a tutti. Ho osservato i programmi e mi affascinano molto tutti e tre ma visto anche il periodo molto particolare che stiamo attraversando ho voluto scegliere il programma n.3: “Programmare il computer per apprendere” io non ho particolari esperienze pregresse, ho studiato informatica i primi due anni di scuola secondaria, ma non abbiamo mai intrapreso dei percorsi specifici se non apprendere le basi dell’informatica. Proprio per questo mi piacerebbe approfondire di più questo campo, il mio percorso di studi è rivolto al nido d’infanzia e mi piacerebbe sapere se fosse possibile qualora un giorno io possa svolgere al meglio il mio lavoro introdurre nella programmazione delle attività o dei giochi specifici su delle piattaforme adatte, vorrei capire quali possano essere usate e quali no, quali possano portare del profitto e quali invece servirebbero per svago, penso che la tecnologia sia parte integrante del nostro futuro e se usata con attenzione i bambini possano usarla nel migliore dei modi, ovviamente con la supervisione di un adulto. Saluti

andreas-formiconi 16/03/2020 16:34

Benissimo Sofia,

allora puoi leggere ciò che avevo scritto per Angelica in questo thread del forum:

https://www.reddit.com/r/CodingAtSchool/comments/fhx1l3/primi_suggerimenti_l19/

Anche per te: se non hai problemi con l'inglese ti invio anche un altro testo. Fammi sapere.

Chiedi per qualsiasi problema.

sofianastasi 16/03/2020 16:37

Leggerò quanto richiesto, io a differenza di Angelica però avrei qualche problemino di inglese. Spero non sia un problema.

andreas-formiconi 16/03/2020 16:38

Assolutamente. È solo un opzione. Fai pure con il materiale che vi ho indicato lì.

Salve prof, ho letto il manuale da lei proposto e mi sono documentata sul coding. “Programmare il computer per apprendere”, penso che in questo periodo particolare questo tema calza a pennello. Questa emergenza sanitaria che sta attraversando il mondo ci sta affacciando sempre di più sul mondo della tecnologia, oggi più che mai è diventato il mezzo di comunicazione per eccellenza, fondamentale per la didattica e per l’apprendimento a distanza. In questo periodo sto osservando come mia mamma, un’insegnante di italiano, storia, arte e immagine della scuola primaria, non preparata a tutto ciò si approccia con la tecnologia e la didattica. Le sue giornate sono cambiate; se prima si dividevano in lezioni in presenza ora si articolano in video-lezioni, audio e attività multimediali. Un cambiamento a cui nessuno era preparato ma che ci fa scoprire un nuovo modo di fare scuola o meglio uno dei tanti modi di fare scuola. Mi trovo dunque a riflettere su come si possa introdurre la didattica a distanza nei nidi e nelle scuole d’infanzia. La mia idea è quella di una agenda virtuale con i giorni della settimana, ogni giorno della settimana prevede e corrisponde ad un’attività/laboratorio specifica spiegata dall'insegnante e/o educatrice sotto forma di video lezione, così da mantenere vivo seppure a distanza il rapporto tra insegnante/educatrice - bambino e da creare un momento di gioco-apprendimento tra bambino - genitore. Un modo diverso sicuramente di apprendere, ci troviamo di fronte a una didattica a distanza che a mio avviso seppure improvvisa può funzionare.

Scusa per il ritardo Sofia,

seguendo la tua idea, si potrebbe immaginare di usare strumenti web che siano fuori dal circuito delle multinazionali, ovvero che non creino problemi di tracciamento, pubblicità e uso altro dei dati delle persone. Ad esempio alcuni dei servizi sviluppati o sostenuti da Framasoft:

Che ne dici?


chiarapepino 17/03/2020 18:16

Buonasera, io ho scelto il progetto 3 “Programmare il computer per apprendere”. Su questo tema purtroppo non ho molta esperienza, ma ho potuto ricevere i concetti base di informatica nella scuola primaria e secondaria. Non ho in mente un contesto professionale preciso in cui operare e applicare questo progetto, in realtà mi piacerebbe acquisire competenze su questo tema tali da poterle applicare in qualsiasi contesto di educazione informale. Io ho scelto il curriculum “Educatore per l’età adulta e la terza età”, per questa ragione vorrei acquisire abilità e competenze su questo argomento in modo da operare efficacemente in questi contesti.
In particolar modo sarei interessata ad effettuare un progetto che mi permetta di imparare a utilizzare metodi e tecniche efficaci per il lifelong learning e di trasmettere la capacità di saper analizzare le fonti e i contenuti che ogni giorno possiamo ricavare su internet. Ho scelto questo progetto perché ci troviamo in una società in cui la tecnologia ha modificato radicalmente sia l’accesso alla conoscenza che i contenuti stessi e non siamo più noi a dover trovare informazioni su qualsiasi nostro quesito, ma è l’informazione stessa che ci circonda. Ad esempio, se non sappiamo come preparare una torta possiamo facilmente trovare la ricetta su internet. Personalmente ritengo che l’utilizzo di questi mezzi sia utile anche nell’azione pedagogica ed educativa, purché sia fatto nel modo più corretto ed efficace possibile. Per questa ragione sono interessata ad imparare nuove tecniche su questo tema.

andreas-formiconi 18/03/2020 11:19

Benissimo Chiara,

mi puoi per favore inviare il tuo indirizzo email, scrivendomi su arf(AT)unifi(DOT)unifi? Così ti inserisco nella lista e posso inviarti eventuali novità.

Per quanto riguarda le attività, vale ciò che ho risposto a Angelica e Sofia, qui sopra. Senza però prendere ciò che vi invito a leggere come un ambito chiuso. Anzi, se vi vengono in mente applicazioni delle cose che ho scritto, o loro varianti, che vi sembrano adatte ai contesti che vi interessano, vi invito a condividerle.

martapelle 18/03/2020 20:08
Buonasera, ho scelto il percorso numero 1 (Creazione di comunità di apprendimento in contesti informali e inclusivi). Mi ha sempre appassionato e incuriosito lo studio, non solo teorico, ma anche "sul campo" delle diverse culture. Di pari passo le condizioni di vita dei migranti, sia nei paesi di origine che in quelli ospitanti, ma anche le motivazioni che hanno spinto loro ad emigrare. Mi ha colpito, affascinato ed entusiasmato il progetto LACA19, da Lei esposto durante la prima lezione, a proposito degli aiuti concreti di inserimento ed integrazione degli immigrati nel Suo paese. Quanto alle esperienze, ho contatti di aiuto verso famiglie immigrate e l'anno scorso ho avuto la possibilità di fare un'intervista ad un ragazzo immigrato in Italia proveniente dalla Nigeria, tramite progetto del corso universitario di Sociologia generale. L'intervista aveva l'obiettivo di ricavare informazioni sulla vita precedente e quella successiva alla migrazione, sulle modalità, stati d'animo, difficoltà dell'essere un "migrante" e, poi, un "immigrato". Mi piacerebbe frequentare e quindi fare esercizio concreto di comunità di apprendimento in contesti informali e inclusivi, ma purtroppo attualmente questo non è possibile. Nonostante l'attuale impossibilità concreta, vorrei, da questo corso, conoscere comunità di apprendimento in contesti informali e inclusivi con un "pubblico" (inteso in senso deweyano, "a chi si rivolge il formatore ") di persone che vive in contesti di vita sfavorevoli alla possibilità di accedere ad istituzioni formali, come la scuola, o anche informali (per esempio immigrati, comunità rom, chi vive situazioni di povertà economica, detenuti). Grazie

andreas-formiconi 18/03/2020 22:29

Bene Marta,

anche tu, mi puoi per favore inviare il tuo indirizzo email, scrivendomi su arf(AT)unifi(DOT)unifi? Così ti inserisco nella lista e posso inviarti eventuali novità.

#Mi dispiace veramente molto per questa sigtuazione in cui ci troviamo, oltre all'ovvia tragicità. Perché togliere la Scuolina vissuta a un percorso pensato giusto per questo è micidiale. La speranza è che l'emergenza rientri in tempo utile per farvi fare l'esperienza promessa. Per ora possiamo provare a "prepararci" come dicevo nell'altra discussione Primi suggerimenti #L19, riguardo a questo progetto:


... come primo passo proporrei di leggere i post del blog Laboratorio Aperto di Cittadinaza Attiva. In particolare, rifacendosi dal primo: Come è nato questo blog. Seguendo questi post si può capire, per sommi capi, il processo di autoformazione che si è dato una piccola comunità di cittadini. Successivamente ci occuperemo della reta dell'accoglienza.


Tu Marta dici che vorresti


conoscere comunità di apprendimento in contesti informali e inclusivi con un "pubblico" (inteso in senso deweyano, "a chi si rivolge il formatore ") di persone che vive in contesti di vita sfavorevoli alla possibilità di accedere ad istituzioni formali, come la scuola, o anche informali (per esempio immigrati, comunità rom, chi vive situazioni di povertà economica, detenuti).

Potrei citare qui le scuole Penny Wirton, che abbiamo scoperto non tanto tempo fa, rendendoci conto che sono basate sugli stessi principi della scuolina. Ne scrivemmo o accennammo in questi post:

https://lacanet.org/2019/07/21/la-scuolina-di-poggio-e-la-scuola-di-penny-wirton/

https://lacanet.org/2019/08/01/le-due-nuove-dimensioni-della-crowdmap-lacanet/

https://lacanet.org/2019/08/12/il-modello-della-scuolina/

Condivido però questo spazio anche con Roberta, Serena e Laura, le persone che collaborano (diciamo che mandano avanti...) o hanno collaborato alla Scuolina. Vedi mai che venga qualcosa loro in mente...


IntelligentPizza91 Anna Chiara Bocci 19/03/2020 17:04

Mi sono appena aggiunta!

Ho scelto di proseguire il percorso con lei e sarei interessata al percorso 3: attaccarsi a un bisogno del presente per elaborare un apprendimento!

Ho bisogno di confrontarmi : la tematica è applicabile alla scuola dell infanzia, anche con percorso sperimentale?

Io lavoro in una scuola dell'infanzia e mi sto appunto trovando a confrontarmi con un apprendimento che deve passare attraverso le tecnologie, con bambini -di 3 / 4 anni - così piccoli che hanno bisogno del tramite di adulti restii e impegnati.

Grazie! Anna Chiara

andreas-formiconi 21/03/2020 17:14


Anna Chiara, mi puoi per favore inviare il tuo indirizzo email, scrivendomi su arf(AT)unifi(DOT)unifi? Così ti inserisco nella lista e posso inviarti eventuali novità.

Purtroppo per un percorso sperimentale bisogna vedere se ci mantengono tutti agli "arresti domiciliari" dopo il 3 aprile e fino a quando... Vediamo...

Intanto puoi leggere e approfondire i link che ho messo in una risposta a questo thread (discussione): https://www.reddit.com/r/CodingAtSchool/comments/fhx1l3/primi_suggerimenti_l19/

In particolare questo che riporto qui:

Nello spirito di offrire sempre tutti gli spunti possibili, esiste anche il cosiddetto coding unplugged: attività che hanno un senso informatico ma che si fanno senza aver bisogno di alcun congegno elettronico (unplugged: senza spina). Non di rado sono giochi divertenti da fare insieme - dopo l'emergenza virus ammiccante

Possono avere senso in qualsiasi comunità.

ElianaLongo 20/03/2020 18:12

Buongiorno, io avrei scelto il progetto n°2 : " Robotica per la scuola".

Non ho mai intrapreso nessun progetto inerente alla robotica, però sono sempre stata interessata ad utilizzare la tecnologia nell'educazione e avendo scelto l'indirizzo per la prima infanzia (0-3) mi piacerebbe riuscire a creare un progetto proprio per loro.

La prima volta a lezione mentre parlava dei vari progetti, inerente a questo, avevo pensato ad un libro alla scoperta dei sensi dove i bambini possono interagire scoprendoli.

Da questo corso mi aspetto l'acquisizione di nozioni che potrò applicare in futuro durante la mia carriera lavorativa di educatore.

andreas-formiconi 20/03/2020 21:54

Mamma mia, ma 0-3 sono proprio piccoli.

Di solito si parla di robotica, o meglio accenni di robotica, da 3 in su.

Fammi capire meglio a cosa pensi...

ElianaLongo (cliccare per vedere giorno e ora)

Probabilmente l’idea che mi sono fatta era più vicina ad un’applicazione informatica che alla robotica pura.

Il progetto che avevo in mente era un tablet diviso in due parti:

da una parte c’erano 5 ricette illustrate dove i bambini sviluppavano il senso della vista vedendo le ricette dall'immagini e sviluppavano anche il senso del gusto, dell’olfatto e del tatto realizzandole a casa con i genitori o in classe con i compagni (spremuta di limone per l’aspro, biscotti o frutta immersa nel cioccolato sciolto per il dolce, i pop-corn per il salato, marmellata di arance per l’amaro), mentre dall'altra parte c’era una voce parlata che dovrebbe raccontare una storia quindi qui abbiamo il senso dell’udito, in questa storia i bambini possono interagire in base all'opzione che fanno prendere al personaggio.

Eventualmente, lei pensava più alla robotica come si vede nei due video dove la dottoressa presenta dei laboratori sull'energia elettrica o si può intendere, robotica anche dal punto di vista di un’applicazione informatica?

andreas-formiconi

No Eliana,

per robotica si intende un qualche tipo di apparecchio, anche semplificatissimo, come in quel video che citi, però sempre un oggetto fisico che presenta un qualche tipo di automatismo, quindi ha in se qualcosa di elettronico, o quantomeno elettrico. Gli oggetti in quel video sono robot in germe, di fatto non avendo in sé niente di elettronico, nessun tipo di chip o computer ma solo qualche componente elettrico. Ma sono un primo passo verso la robotica.

Quello che dici tu rientra nel mondo delle applicazioni software, programmi, app ecc. Comunque, ciò non toglie che provi a sviluppare la tua idea:

  1. provando a definire con il maggior dettaglio possibile l'idea che hai sintetizzato - fai finta che tu debba dare le specifiche di progetto allo sviluppatore di un app

  2. facendo una ricerca in internet per vedere se per caso ci sia a giro un'app o applicazione che ci si avvicini, in qualche modo (con app intendo una cosa che funziona in un tablet o smartphone, con applicazione un programma che gira nel computer)

  3. eventualmente, vedendo se con uno degli strumenti che ci sono in giro si possa provare a mettere da soli un'app in piedi - esiste per esempio App Inventor, che consente di sviluppare app da soli (tu usi roba Android o Apple?)

In ogni caso, inizia a scrivere un diario del tuo percorso (lo dirò poi a tutti), annotando tutto quello che fai. Poi spiegherò meglio in un post apposito.

Va bene comincerò a sviluppare la mia idea.

Per quanto riguarda il device ho un cellulare androide ma anche un tablet apple.


from chiarapepino via /r/CodingAtSchool sent

show parent


Buonasera,

Ho letto il Piccolo Manuale di LibreLogo e l’ho trovato molto interessante, in particolar l’approccio che viene utilizzato, incentrato sulla sollecitazione dell’interesse e della motivazione. Quello che ho in mente io è di utilizzare questi tipi di metodi nel lifelong learning con adulti, alternando momenti in cui apprendono individualmente facendo ricorso alla propria riflessione e imparando per prove ed errori e momenti di collaborazione, in cui apprendono collettivamente e aiutandosi a vicenda. Sinceramente però non ho idea da dove iniziare, pertanto volevo chiedere aiuto a lei.

andreas-formiconi[S] 1 point  

Penso che dovresti provare a giocarci tu. In altri corsi propongo di inventarti un logo (nel senso di marchio) tuo, che ti rappresenti o che ti piaccia, poi provi a realizzarlo. Nell'imparare ad usarlo poi ti vengono le idee. Puoi seguire gli esempi nel manuale.


Buongiorno. Sto continuando a documentarmi. Purtroppo ancora non sono riuscita ad avere uno scambio con la Prof.ssa Del Gobbo.

Per quanto creda che LibreLogo sia interessante, ho letto la tesi di Benedetta e trovo che ENTbox si avvicini molto all'idea di ambiente che ho in mente.

In questo periodo di chiusura sto osservando mia mamma, professoressa di sostegno alle scuole medie, utilizzare Google Classroom in Google Suite e, se non erro, le funzionalità sono simili, con la grande e per me indispensabile differenza che Classroom non piuò essere utilizzata in assenza di connessione Internet.

Al momento ho creato un account all'indirizzo ENTbox che mi aveva indicato, dovrei aver trovato la procedura di istallazione, non mi è chiaro se posso procedere o se è necessario possedere la scheda Raspberry.

In ogni caso si tratterebbe di una proposta, al momento volevo solo osservare il sistema più da vicino.

Date le possibilità descritte, riguardo al tema 'feedback', se un insegnante ha la possibilità di assegnare un compito, poi sarebbe il docente a fornire correzione e feedback?

Per quanto riguarda la possibilità di tradurre un testo dall'italiano, in lingua d'origine (arabo ad esempio), è possibile inserire un traduttore/lettore automatico una volta che il detenuto ha aperto un compito assegnato dall'insegnante?

Se la possibilità di traduzione non fosse realizzabile, mi è venuto in mente che, essendoci la possibilità di condividere documenti, video e altro, il docente potrebbe caricare il file in due lingue diverse, in modo da aiutare nella comprensione (vorrei, però, che questo risultasse come un eventuale aiuto e non come sostituzione del compito originale, considerata la finalità).


Penso anch'io che Entbox si attagli bene alla tua idea. Quando dici che ti sei iscritta, intendi a questo?

Per fare delle prove vere ti ci vuole la scheda, dove devi installare il software ecc. Purtroppo tutta roba che ora è problematica da fare. Dipende da quando "ci libereranno" - qui mi sembra siamo in alto mare. Ai fini di questo percorso teno che tu debba delineare un pregetto teorico, molto sulla base dell'esperienza di Benedetta (le puoi anche scrivere). Poi in futuro ci possiamo trovare in via Laura dove ti potrò mostrare la mia Entbox in funzione - la devo riattivare ma penso che funzioni.

Dentro ci sono degli strumenti simili a quelli "esterni", di Internet. Ad esempio una sorta di facebbok che può essere gestito per i feedback, dati dal docente, certo. Occorrerebbe provarla insieme per capire bene, però.

No, lo strumento di traduzione automatica temo che vada al di à delle possibilità. Uno può caricare video o testi nelle due versioni.



4. Aggiornata la mia pagina del corso in Moodle #L19

andreas-formiconi 16/03/2020 16:55

Ho aggiornato la mia pagina Moodle aggiungendo

  1. Una copia dei post i questo forum

  2. le video registrazioni del primo incontro in proesenza del 24 febbraio

Sono atti dovuti per laciare correttamente traccia delle attività nella piattaforma istituzionale, fatto particolarmente importante nella situazione emergenziale in cui ci troviamo. A voi non cambia niente perché avete già accesso a tutte queste risorse.


5. Ricevimento online #L19 e tutti gli altri

andreas-formiconi 18/03/2020 15:46

Chi vuole parlare può farlo tutti i pomeriggi dalle 16 alle 17 . Scrivetemi qui.

Anche oggi, fra 15 minuti (sono le 15:45): basta seguire il link https://meet.google.com/qxd-hyux-vbi

IntelligentPizza91 Anna Chiara Bocci 19/03/2020 16:54

Salve prof,

Mi sono appena aggiunta!

Ho scelto di proseguire il percorso con lei e sarei interessata al percorso 3: attaccarsi a un bisogno del presente per elaborare un apprendimento!

Ho bisogno di confrontarmi con lei : la tematica è applicabile alla scuola dell infanzia, anche con percorso sperimentale?

Io lavoro in una scuola dell'infanzia e mi sto appunto trovando a confrontarmi con un apprendimento che deve passare attraverso le tecnologie, con bambini -di 3 / 4 anni - così piccoli che hanno bisogno del tramite di adulti restii e impegnati.

Grazie! Anna Chiara

andreas-formiconi 21/03/2020 12:55

Sono di corsa, grazie Anna Chiara, dopo ti rispondo per bene, nell'altro thread


6. Novità per il gruppo 1: Creazione di comunità di apprendimento in contesti informali e inclusivi

andreas-formiconi 19/03/2020 14:51

Stiamo tentando di organizzare degli incontri online che facciano da surrogato online per la Scuolina, onde non lasciare i ragazzi abbandonati a se stessi a mangiare e dormire. Certo, è doloroso per una scuola basata sul concetto di prossimità, alla Barbiana, e un insegnante per un allievo. Ma a fronte del vuoto che ci avvolge è un segno di vita.

Incidentalmente, prima che me ne dimentichi, vi segnalo un bellissimo pezzo di Cesare Moreno, il Maestro di Strada fra i Maestri di Strada, che ho avuto l'onore di conoscere, abitando insieme a tre miei studenti, che mi ci avevano portato, a casa sua in occasione del Convegno Mondiale dei Maestri di Strada l'anno scorso. Interpreta perfettamente il mio stato d'animo: https://www.facebook.com/notes/cesare-moreno/sono-confuso/10158305462192608/.

Veniamo a noi. Roberta e Serena hanno avuto l'idea di invitare anche voi a partecipare a questi eventuali incontri, se vorrete e quando potrete. Useremo https://jitsi.org/jitsi-meet/.

Via via che li fisseremo vi avvertirò qui e vi scriverò il link per partecipare.

andreas-formiconi 21/03/2020 21:40

Oggi alle 16 chi vorrà potrà collegarsi a questo indirizzo: https://meet.jit.si/provascuolina.

Quando siete collegate è meglio se disattivate il microfono perché questo migliora l'audio. Un'altra cosa consigliabile è quella di andare nelle opzioni e scegliere la qualità video minima. Si può chiedere la parola con un tasto "mano alzata".
E si possono fare domande nella chat.


Oggi non sono riuscita a collegarmi, si sa già quando sarà la prossima lezione?


Ci dobbiamo organizzare. Ho visto che anche tu sei nella chat della Scuolina. Lì avrai le info e potrai contribuire sorridente

Va bene, grazie mille☺️


7. Diario e valutazione esame

andreas-formiconi

L'inusuale situazione in cui ci troviamo mi induce a procedere con più calma lungo il percorso che seguo usualmente. Ma è giunto il momento di introdurre il diario.

Il diario è lo strumento fondamentale che uso per la valutazione da oltre dieci anni, in tutti gli insegnamenti e tutti i corsi di laurea. In realtà è anche un invito esplicito all'autoriflessione, per uscire dalle secche dell'apprendimento passivo di meri contenuti e istruzioni verso una vera appropriazione di visioni, e non solo di competenze. Ovvero ho fatto oppure ho studiato questa cosa, ma l'ho fatta veramente? Ho inteso il significato profondo, le motivazioni? L'ho fatta per davvero o per finta (come dicono i bambini)? In quale contesto per me significativo si può collocare? E in che modo? È un invito a non procedere sempre a testa bassa ma a soffermarsi ogni tanto per riflettere su quanto fatto fino a quel punto, per valutare e eventualmente correggere qualcosa. O semplicemente per comprendere meglio quanto vissuto.

Con il tempo mi sono reso conto che il diario è uno strumento formidabile: per gli studenti quale strumento di riflessione, studio e poi magari lavoro; per me quale strumento di valutazione continua.

Quando leggo i vostri diari quasi mai sento il bisogno di fare un esame classico, fatto di domande e risposte. E quasi sempre l'esame diventa un momento di discussione e approfondimento. Il tutto molto più dignitoso e significativo.

Il diario è un diario, non un testo accademico. Dovete molto semplicemente raccontare le cose così come le avete vissute. Mi interessano più gli stati d'animo dei contenuti. Poiché cerco sempre di far fare delle attività, mi interessa conoscere il percorso, comprese le difficoltà, i momenti di frustrazione, le scoperte, gli entusiasimi. I contenuti certo che sono importanti ma vengono di conseguenza.

Questo vale anche qui e per tutti e tre percorsi che vi ho suggerito.

Coloro che hanno già iniziato a muoversi, si fermino un attimo, riflettendo su ciò che hanno fatto, inclusa la scelta di uno dei percorsi, o magari un ibrido fra essi (tutto possibile), e iniziando così il diario.

Lo potete scrivere in un documento di testo qualsiasi, non ha importanza. Me lo invierete quando avrete finito. Non durante il percorso. Aggiornatelo via via con calma.