Grazie Noemi, sono due link molto interessanti, soprattutto l'articolo sui ritratti polimaterici, mi ha fatto venire in mente le fasi dello sviluppo del disegno infantile del volto. Questo è riscontrabile in tutti i tre anni della scuola dell'infanzia dove si insegna a disegnare e rappresentare prima il proprio volto, poi il proprio corpo, in modo sempre più dettagliato.
A riguardo mi è subito saltata in mente l'esperienza di tirocinio che ho avuto in una classe di 3 anni dell'infanzia, dove svolsi un'attività di disegno del volto, attraverso l'uso di oggetti, inseriti come protagonisti in una storia. Quest' attività faceva parte di una delle fasi del progetto didattico comunale dell'Istituto degli Innocenti: "Specchio specchietto: la storia di Pennellino” (eccoti il link http://www.rinascimentodeibambini.it/mudi/documenti/specchio_specchietto_2010.pdf al quale le insegnanti di classe avevano aderito.
L'insegnate all'inizio dell'anno è partita con un lavoro sulla
forma geometrica del cerchio, per poi integrarlo con l’inizio della
rappresentazione della propria immagine. Inoltre hanno effettuato un’uscita
scolastica al Museo degli Innocenti, dove un gruppo di educatori ha mostrato due
esempi di rappresentazione della Madonna della Misericordia ed effettuato un
lavoro di comprensione dell’opera.
La maestra ha così deciso di utilizzare una
filastrocca che tratta la vicenda di un piccolo aspirante pittore, di
nome Pennellino, che un giorno, osservandosi nello specchio della sua
cameretta, decide di dipingere se stesso, dopo essersi già cimentato nella
rappresentazione di tutto il mondo, ed averlo reso, con l’uso dei suoi colori e
della sua fantasia, più bello di quello che in realtà esso sia. La filastrocca
narra, attraverso la vicenda pittorica del piccolo Pennellino, la creazione
progressiva di un volto di tipo “arcimboldesco”, ispirato cioè all’arte di
Giuseppe Arcimboldo e ai suoi ritratti fantastici (ideati secondo il gusto
manierista per l’inusuale e il bizzarro), che sono realizzati come un pastiche
creativo di elementi naturali, esperibili nella vita di tutti i giorni, che
anche un bambino più piccolo può facilmente conoscere.
Nella narrazione l’autoritratto
nasce grazie ad una serie di semplici associazioni con delle forme naturali. La
struttura del volto è data da una luna tonda e piena, gli occhi sono due
mandorle bianche sgusciate, l’iride due bottoni neri e tondi (tolti dalla
giacchettina nuova del protagonista), le sopracciglia due spighe di grano
giallo; il naso è una zucchina appena raccolta nell’orto della mamma, la bocca
una fetta di cocomero rosso e succoso, le orecchie sono due conchiglie a
chiocciolina trovate sulla spiaggia d’estate, ed infine i capelli ricciuti, dei
saporiti torciglioni scovati nella dispensa di cucina. I bambini così, seguendo
la filastrocca di Pennellino, aggiungono di volta in volta un elemento
“tattile” sopra la propria base tonda, color rosa, poggiata sul banco, facendo
infine comparire, come per magia, il volto gioioso (perché sorridente) di un
bambino: ecco, così, realizzato l’autoritratto del piccolo artista!
Dopo questo primo approccio con
il ritratto abbiamo deciso di farne ricreare uno a ciascun bambino, ma stavolta
avrebbero deciso loro quale diverso componente utilizzare per le varie parti
del viso e che tipo di espressione ritrarre, per poi essere tutto incollato sul
foglio. Questa è stata un'esperienza didattica molto bella e stimolante, dove ho potuto assistere ed essere partecipe attiva della crescita graduale dei bambini nel disegno del proprio volto, attraverso oggetti, presenti nell'esperienza quotidiana del bambino, che ne richiamino le forme e le sembianze, esattamente come nei ritratti polimaterici!
Grazie ancora per gli spunti che ci hai lasciato!
un saluto
Claudia