Salve a tutti,
condivido con piacere la mia esperienza nell'ideazione e conduzione di un laboratorio di cinema, nella speranza che possa essere da stimolo per le colleghe e i colleghi.
Sono laureata in Storia del cinema e per anni mi sono occupata di montaggio video e di produzione di video documentari e video danza. Da sempre avrei voluto fare un laboratorio di cinema nella scuola, ma non come quelli che ho visto fare, dove gli alunni sono attori e le maestre fanno le registe, le operatrici, il montaggio etc etc Anzi a dirla tutta questo tipo di laboratorio mi ha sempre dato un pò fastidio, ho sempre pensato che se l’avessero fatto fare a me avrei sicuramente voluto prendere la videocamera in mano e fare qualcosa!
La cosa che mi ha sempre emozionato in questo lavoro era proprio la fase di preparazione del lavoro, il prendere decisioni, lo scegliere come avanzare e creare un prodotto filmico e non ultimo usare le tecnologie (anche se non sono una tecnofila), fare riprese e montare al computer. Il mio sogno era quindi un laboratorio in cui gli alunni elaborassero il soggetto, fossero registi, operatori e facessero il montaggio usando quindi programmi di montaggio come Adone Premiere o anche il programma Movie Maker di Windows.
Mi sono quindi buttata in questo progetto e da 3 anni lo porto avanti, prima con la scuola primaria e da quest'anno con la secondaria di primo grado. Mi sono resa conto che i nostri alunni hanno un rapporto diretto e meno conflittuale con le tecnologie (senza entrare in merito al dibattito se esistano o no Nativi Digitali), insomma gli viene naturale usarle.
Dopo molte lezioni tecnico-pratiche su cosa fosse il cinema, su come inquadrare e fare montaggio gli alunni di una terza elementare si sono scoperti abilissimi nel girare scene con il tablet, con i cellulari e successivamente abilissimi nel capire il senso, il perché logico/semantico che anima il montaggio.
Io mi sono posta come accompagnatrice del loro progetto, al loro servizio, ma sono stati loro ad usare le tecnologie, a fare scelte stilistiche, a lavorare in gruppo, valutando quale taglio fare e perché farlo.
Ho usato le tecnologie che trovano nel quotidiano (cellulari, tablet, macchine fotografiche) per creare un laboratorio creativo o meglio di creazione, di indagine sulla realtà e su di sé e sugli altri, per conoscere il mondo e conoscere sé stessi attraverso quello che li circonda.
Per me la tecnologia non può essere che vista così come una opportunità di crescita, di relazione con il sé e con l'altro, dove l'altro include la macrocategoria dell'ambiente, della realtà, così come accade con un bel libro.