Ciao Elena. Ti capisco perfettamente. Anche io mi distraggo, anzi, mi lascio distrarre dalle tecnologie, spesso.
Credo che sia un problema comune a molti. Qualche giorno fa, in biblioteca, ho deciso di fare un piccolo esperimento: ho alzato spesso la testa dal libro e mi sono guardata intorno, per vedere che cosa stessero facendo gli studenti intorno a me. E mi sono accorta che la maggior parte di loro, tutte le volte che mi guardavo attorno, stava compiendo qualche attività con il cellulare (scrivere messaggi, giocare, curiosare su facebook) e il libro rimaneva aperto dietro al dispositivo... in attesa di essere letto!
Purtroppo capita anche a me. Riesco ad impormi un'autodisciplina piuttosto rigida al proposito, quando si tratta di concentrarmi, ma ammetto che non è sempre semplice.
Certamente: credo che le tecnologie distraggano molto.
Mi chiedo anche però: non saremo forse un po' "stufi" della solita didattica "Leggi, memorizza, ripeti?"
Quando sono intenta a progettare qualcosa, quando sono impegnata in una conversazione importante o avvincente, quando faccio esperienze relazionali profonde, quando svolgo un'attività in cui sono emotivamente coinvolta, quando leggo un libro appassionante.... difficilmente il cellulare mi distrae! Non ci penso; ho di meglio da fare!!
Credo che ci sia tanta sterilità e tanta noia in alcuni tipi di didattica. Ritengo che l'apprendere venga spesso "appiattito" su un tipo di attività che è solo una delle possibili attività di apprendimento: LEGGERE, MEMORIZZARE, RIPETERE. E questo, ahimè, avviene anche ai livelli più alti della formazione: all'Università! A volte dobbiamo progettare, costruire, proporre. Ma non sempre a queste attività viene riconosciuto lo stesso valore (anche in termini, banali, di CFU) dello studio, propriamente inteso.
Eppure, costruire qualcosa insieme o progettare, confrontarsi o ricercare non è forse studio?
Approfondire ciò che più appassiona, immergendosi in una biblioteca piena dei più disparati volumi, non è forse apprendere? E non si apprende forse di più andando a cercare ciò che ci interessa e fermandoci dove non ci "serve" più, piuttosto che leggendo pagine e pagine di un testo, solo perché ci è stato suggerito dall'esterno?
Perché dobbiamo imparare tutti le stesse cose? Perché oltre 300 studenti devono studiare lo stesso libro per poter essere ritenuti preparati e competenti su una stessa disciplina? Non potremmo forse leggere 300 testi diversi e contribuire a co-costruirne uno che proponga e riassuma le più interessanti questioni toccate da tutti, inserendo ciascuno il proprio contributo? Non potremmo forse servirsi di quelle tecnologie, che oggi tanto ci distraggono, per allestire un ambiente di scambio e condivisione? In questo modo ogni studente leggerebbe un solo testo per intero, e ricaverebbe spunti e conoscenze da altri 300, prima ancora di averne mai sentito parlare. Magari poi potrebbe scegliere quelli che più preferisce! La realtà è troppo complessa per poter essere racchiusa e controllata... e la conoscenza è troppo vasta per poter essere posseduta e dominata.
Questo corso, questa comunità online, si muove in tale direzione. Potremmo riflettere sulla sua utilità per promuovere un VERO cambiamento di certe "rigidità formative" , anche universitarie a volte, che sono molto tradizionali e superate, a mio parere!
Voi che ne pensate?
Scusami Elena, sono partita da una tua riflessione e ne ho sviluppata una del tutto diversa;);) Però la tematica che ho "lanciato" mi tocca molto in questo periodo della mia vita!;)