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tecnologia sì, ma da che età?

tecnologia sì, ma da che età?

by BADII CATERINA -
Number of replies: 27

Ciao a tutti,

come suggerito dall'oggetto, volevo capire cosa ne pensavate del binomio tecnologia-bambini, in particolare...qual è l'età giusta?

Sempre più spesso capita di vedere bambini/e anche molto piccoli manovrare con incredibile maestria smartphone, Tablet o PC; si vedono intenti a scorrere video su youtube con quelle loro ditina o completamenti persi dietro un videogioco. Uno dei miei sospetti è che lo smartphone sia diventato un po' il babysitter di turno! Ho una sorella molto più piccola di me e sto pensando a quando mia mamma, prima di uscire per una cena in cui magari lei si sarebbe certamente annoiata, preparava la borsa con fogli, matite, librini...ogni volta a ripeterle "pensa a cosa ti vuoi portare". E poi una volta alla cena, qualcuno doveva starle dietro comunque, controllare che non colorasse le tovaglie per esempio! E' ovvio che tirare fuori il telefono dalla borsa e passarlo nelle mani di tuo figlio anche se è molto piccolo, è di gran lunga più semplice. Ovviamente non intendo demonizzare questo strumento, perchè ritengo che sia giusto che i bambini ne prendano conoscenza, ma mi chiedo...non si spenge così la creatività? E soprattutto, non è ancora un valore la noia? Sembra che oggi non ci si possa/debba annoiare più, ma è proprio nella noia più nera, a mio avviso, che si accende lo spirito di iniziativa.

http://www.corriere.it/cronache/13_marzo_25/trevi-quei-pomeriggi-di-noia_8909cc04-9514-11e2-84c1-f94cc40dd56b.shtml

https://www.uppa.it/educazione/pedagogia/guida-alluso-della-tecnologia-da-0-a-6-anni/

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by GIANNINI ALESSIA -

Sinceramente non sono critica nei confronti di tecnologie e bambini.

Certo, tutto deve avvenire nei limiti e sotto la sorveglianza dei genitori.

La media education non è compito solo della scuola a mio parere.

Non trovo trascendentale il fatto che i bambini piccoli vedano video sui tablet purché siano video adatti a loro e purché non venga meno il giocare con gli altri bambini all'aria aperta.

Alessia  

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by CARLI GIOVANNI -

mi ricorda il raporto che da bambino avevo con i cartonanimati in tv, io, forse, ci sarei stato sempre, tutto il pomeriggio e invece c'era il tempo per la tv (soprattutto quando ero malato) e poi si spengeva e ci si doveva inventare altro...

però a me non la spengevano e stavo tutto il giorno davanti alla tv e adesso non ho tv in casa....

chissà, mi fa sempre riflettere questo tema, non so cosa pensare, 

certo è che, nel dubbio, cerco di fare media education.

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by NOCENTINI GIULIA -

I bimbi di oggi sono dei veri e propri nativi digitali, attratti dai nostri strumenti tecnologici, soprattutto dai tablet sui quali è facile scaricare giochi e vedere video o cartoni animati. Penso sia necessario educare i genitori sulle modalità di utilizzo di questi strumenti che possono essere pericolosi se usati in maniera inconsapevole.  Non devono essere vietati, ma è necessario un uso corretto e consapevole . Bisogna porre più attenzione al contenuto piuttosto che al mezzo, è opportuno selezionare le applicazioni, documentarsi su ciò che si scarica in maniera da avere programmi adatti sia per età che per la pertinenza. I genitori devono essere presenti quando i bambini utilizzano tali strumenti, non devono appunto diventare " Baby-Sitter" a cui affidare i piccoli quando si ha da fare o non si vuol essere disturbati.  La tecnologia non deve isolare i bambini, chiudendoli all'interno di un mondo virtuale, ma deve essere uno strumento costruttivo ed utile a sviluppare l'intelligenza e stimolare la loro  creatività. Infine ritengo che sia fondamentale osservare con attenzione le reazioni dei bambini quando giocano sui nostri dispositivi e dire basta al momento giusto, senza lasciare a loro la scelta dei tempi. E'  molto più stimolante, a mio avviso, avere carta e pennarelli o comunque un buon gioco con cui giocare insieme agli altri bambini o con gli adulti in generale.

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by FONTINI IRENE -

I bambini di oggi sono immersi nella tecnologie ed è quasi impossibile renderli estranei a questo " mondo ". Non mi sento di prendere posizioni nette a riguardo, penso sia più giusto concentrare l'attenzione sulle modalità e sulle tempistiche con cui i bambini si rapportano con questi strumenti.  Come è già stato detto gli strumenti tecnologici non devono avere la funzione di " baby-sitter",ma devono essere un'occasione aggiuntiva alle normali attività dei bambini senza risultare dannose. L'uso eccessivo delle tecnologie infatti può causare isolamento e talvolta difficoltà a relazionarsi con gli altri. 

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by BALDINI NICOLE -

Sono completamente d'accordo con te!

Penso sia giusto fare approcciare i bambini alla tecnologia, anche perché, in realtà, ai giorni d'oggi risulterebbe impossibile, tuttavia bisogna fare alcune considerazioni.

Innanzitutto il requisito fondamentale, secondo me, se si tratta di bambini sotto i 7-8 anni minimo, è il controllo da parte del genitore/educatore/figura di accudimento. Un conto è far giocare i bambini con i videogiochi (se adatti alla loro età possono giocare tranquillamente da soli) e un conto è farli armeggiare con pc, tablet e smatphone connessi ad internet. Questo potrebbe avere brutte conseguenze qualora il bambino non riceva il controllo di qualcuno che possa vagliare i contenuti a cui accede!

La seconda questione riguarda la situazione in cui ci si trova. Ad esempio non condivido la scelta di lasciar guardare i cartoni o giocare con tablet o altri dispositivi al tavolo (sia di casa che del ristorante) poiché credo che il pasto sia uno dei pochi momenti in cui la famiglia è riunita e potrebbe/dovrebbe dialogare. Lasciando il bambino in balia della tecnologia, soprattutto, si estranea completamente dal contesto e ciò non è positivo. Inoltre spesso viene usato come ricatto, e ovviamente neppure questo è auspicabile: "ti do il tablet a patto che tu mangi!".

La terza ed ultima questione che propongo è l'arco di tempo in cui i bambini usano dispositivi tecnologici. Sarebbe opportuno dare delle restrizioni di orario per evitare che il bambino si piazzi davanti a qualche strumento per l'intera giornata, rinunciando a molte altre attività pratiche/sportive/ludiche e altro.

Voi cosa ne pensate?

Nicole

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by HILI NANCY -

Personalmente non condivido l'utilizzo di tablet o smartphone come strumento di "compromesso" o di "baby-sitteraggio" e, con tutte le notizie che si sentono a giro, mi viene anche un po' di paura che l'esposizione precoce a questi mezzi faccia pure male. Dall'altra parte è anche vero che siamo ormai immersi in un mondo tecnologico e io per prima utilizzo tantissimo pc, smartphone e quant'altro ritenendoli degli ottimi strumenti che ci hanno semplificato la vita nel modo più assoluto (eccetto quando non funzionano ahahaha). A questo proposito vorrei riportare, anche se tutti in teoria lo abbiamo già letto/studiato, quanto affermato nel libro "Le insidie dell'ovvio" che ci era stato assegnato come testo di esame per il corso di tecnologie didattiche. Mi era molto piaciuto proprio perché "smonta" diversi luoghi comuni che tutti diamo ormai per veri. Innanzi tutto non esiste una generazione di "nativi digitali" per cui non è vero che tutti gli studenti oggi possiedono abilità digitali semplicemente perchè nati in una società tecnologica (oltretutto è necessario riflettere su cosa intendiamo per "abilità digitale"... a quale livello?) e non è neanche vero, secondo gli studi, che esiste un'autentica necessità da parte dei giovani di trasformare la scuola in senso tecnologico. E' necessario in poche parole analizzare il rapporto tra tecnologie, giovani ed educazione con maggiore prudenza, non in termini deterministici ma in termini di rischi ed opportunità. Un progetto di ricerca chiamato “EU Kids Online” ha, a questo proposito, elencato i rischi e le opportunità per il bambino in rapporto alla rete, prendendo in considerazione tre diversi ruoli:

Bambino come “ricevente” (contenuti): Rischi: i contenuti che riceve possono essere inadeguati (pornografici, violenti, offensivi, razzisti, commerciali) ma anche falsi o scarsamente affidabili (siti che diffondono intenzionalmente informazioni false per ragioni ideologiche o commerciali, fonte non dichiarata o ambigua).  Opportunità: uso di risorse informative ed educative con maggiore facilità, gratuitamente. E’ importante dunque la capacità di valutare in modo critico i contenuti, non facile per i bambini che in mancanza di esperienze hanno una percezione del rischio inferiore. 

Bambino come “partecipante” (contatti): Rischi: rapporti con sconosciuti (può portare al “flaming”= invio di commenti sessuali o violenti indesiderati), violazione della privacy (es. tracciamento delle informazioni personali per usi commerciali), cyberbullismo e cyberstalking (=azioni persecutorie online).Opportunità: partecipazione a gruppi di interesse, scambio di informazioni, partecipazione ad attività creative, esplorazione della propria identità, sviluppo del senso di comunità e senso civico (assumere ruoli sociali, riconoscere l’importanza degli obblighi verso le comunità di cui sono membri, informazione e scambio di idee e opinioni su eventi sociali di interesse collettivo, ecc.).  

Bambino come “attore” (condotta): Rischi: può attuare forme di bullismo, fornire informazioni scorrette (spacciarsi per un professionista e pubblicare un lavoro altrui, false rappresentazioni di sé e delle proprie motivazioni), scaricare contenuti illegali, comunicare proprie informazioni personali, partecipare a giochi d’azzardo, ecc. Opportunità: forme di apprendimento collaborativo (costruzione collaborativa di conoscenza), forme di impegno civico, espressione della propria identità, ecc.

Dunque la sfida dell’educazione, come si legge nel libro, non è etichettare le tecnologie come un bene (esaltarle) o un male (vietarne l’uso) ma riconoscere, ridurre i rischi da una parte e aumentare le opportunità, sfruttarne il potenziale positivo dall’altra. Per rispondere al post, non esiste dunque secondo me un'età per la tecnologia... ma dipende l'utilizzo che ne viene fatto!

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by CIPOLLA STEFANIA -

Alla luce di quanto studiato in "Le insidie dell'ovvio" della professoressa Ranieri non è da ritenersi fruttuosa una precoce esposizione dei bambini alle tecnologie, infatti ciò comporta solo l'apprendimento delle azioni più meccaniche per prove ed errori, cioè non si arriva ad una comprensione profonda di questi strumenti. A sei sette anni è un'età ragionevole per essere introdotti in questo mondo. In ogni caso è importante che la tecnologia non egemonizzi l'ambiente educativo.

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by BASCHIERI AMBRA -

Anche se puó sembra riduttivo, penso che si tratti principalmente di farne uso consapevole e responsabile. Nulla, o quasi, deve essere lascito al caso, nel momento in cui parliamo di bambini. Se tutto é seguito da un adeguato grado di controllo e di utilizzo.. perché no? Imparare ad utilizzarla quando, come e dove sia veramente necessario e non solo perché al giorni d'oggi sia più fruibile. Con queste condizioni non penso ci sia un limite di etá.

Per quanto riguarda il fattore tecnologia come babysitter.. una vergogna! Utilizzata per questo fine, perde tutto.. 

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by ESPOSITO CHIARA -

Anche io penso che dipenda da come venga usata. Se la tecnologia serve a formare il bambino, ad aiutarlo a studiare e imparare determinate cose penso sia molto utile ed efficace. Non sopporto invece, è una cosa che mi innervosire proprio tanto, quando già da piccoli usano social e programmi avanzati, oppure quando a 8 anni vanno in giro con telefoni super tecnologici che a mio parere non gli servono. 

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by PULIATTI FRANCESCA -

Ciao Chiara,

trovo molto interessante riflettere su questo tema.

Non credo sia da demonizzare l'uso delle tecnologie, certo ogni età ha bisogno a mio parere di una supervisione diversa da parte dell'adulto, perchè il fatto di saper usare tablet, pc, smarphone ecc. non vuol dire necessariamente che i bambini abbiano competenze strutturali su tali strumenti.

Invece, per quanto riguarda l'uso delle tecnologie didattiche nella scuola bisognerebbe innanzi tutto chiedersi se dal punto di vista empirico risulti che l'utilizzo di tali tecnologie abbia di fatto migliorato l'apprendimento nei bambini.

Vi cito le parole del professor Calvani, che certamente meglio di me sa spiegare qual'è il rapporto tra tecnologie e apprendimento al giorno d'oggi:

"L’Evidence Based Education (EBE), quale orientamento impegnato nella elaborazione, raccolta e diffusione di conoscenze affidabili circa l’efficacia di differenti opzioni didattiche (cfr. Calvani & Vivanet, 2014; Vivanet, 2014a), ha prodotto negli ultimi anni una vasta letteratura sull’impatto delle tecnologie nei contesti di istruzione (Sivin-Kachala & Bialo, 1994; Schacter, 1999; Kulik, 2003; Noeth & Volkov, 2004) 3. Parte della letteratura prodotta negli scorsi decenni mostra come esse abbiano un effetto sostanzialmente irrilevante nel migliorare i risultati di apprendimento, posizioni spesso riconosciutesi nell’affermazione «no significant difference» (cfr. Fabos & Young, 1999; Russell, 1999). Negli anni più recenti, uno dei lavori che maggiormente ha avuto risalto nella letteratura EBE è la vastissima meta-analisi di secondo ordine condotta da Hattie (2009), il quale ha sintetizzato i dati provenienti da oltre ottocento altre meta-analisi con l’obiettivo di individuare i fattori (suddivisi in sei categorie: lo studente; l’ambiente domestico; l’ambiente scolastico; l’insegnante; il curriculum; e l’insegnamento) che influenzano i risultati degli studenti in età scolastica.
 2 Una meta-analisi è una tecnica standardizzata di comparazione che consente di sintetizzare i risultati di singole ricerche, dette studi primari (cfr. Glass, 1976), tipicamente ricerche sperimentali (del tipo randomized controlled trial – RCT) o quasi-esperimenti controllati. Una meta-analisi di secondo ordine sintetizza i risultati provenienti da un insieme di meta-analisi su un dato argomento (cfr. Hunter & Schmidt, 2004), in altre parole può essere definita una meta-analisi di meta-analisi.  3 La letteratura EBE disponibile è di un’ampiezza tale che richiederebbe un’analisi che va oltre i limiti del presente contributo. Ai fini di quest’ultimo, si è compiuta una ricerca indirizzata a meta-analisi o vaste ricerche sperimentali sul tema tramite Google, Google Scholar e le banche dati di ERIC, del What Works Clearinghouse, dell’EPPI-Centre, e dell’Education Endowment Foundation.
Antonio Calvani - Giuliano Vivanet
ECPS Journal – 10/2014 http://www.ledonline.it/ECPS-Journal/ 86
Uno dei primi elementi che emerge in questa indagine è la ridotta influenza positiva, fatta eccezione per i metodi video interattivi, prodotta da fattori riconducibili direttamente all’impiego di tecnologie didattiche (Tabella 1); si consideri che il valore di influenza stimato da Hattie (2009) oltre il quale si può parlare di ES rilevante è pari a 0.40. Si nota come i metodi video interattivi mostrano le evidenze di efficacia maggiori (interactive video methods, ES 0.52 con range di variazione 0.41 - 0.65); seguiti dall’istruzione assistita da computer (computer assisted instruction – CAI, ES 0.37 con range 0.08 - 1.05) e dalle simulazioni (simulations, ES 0.33 con range 0.20 - 0.43) (cfr. Landriscina, 2013). Risultati di efficacia sensibilmente inferiori si registrano per l’istruzione programmata (programmed instruction, ES 0.24 con range 0.08 - 0.43); i metodi audiovisivi (audio-visual methods, ES 0.22 con range 0.02 - 0.71); l’apprendimento basato sul web (web-based learning, ES 0.18 con range 0.14 - 0.24) e la formazione a distanza (distance education, ES 0.09 con range 0.02 - 0.37). Sostanzialmente in linea con i dati derivanti da Hattie, appaiono le conclusioni tratte da Tamim e colleghi (2011) che hanno condotto una meta-analisi di secondo ordine sull’impatto delle tecnologie (escluse esperienze di online learning, poiché già trattate in differenti studi, citati nel seguito di questo contributo) sui risultati di apprendimento nelle fasce di istruzione primaria, secondaria e post-secondaria. In essa, sono state incluse 25 meta-analisi (per un totale di 1.055 studi primari e oltre 100.000 studenti), pubblicate tra il 1988 e il 2007, in cui sono messi a confronto esperienze didattiche supportate da tecnologie (quali word processor, sistemi CAI, simulazioni, ipermedia) con attività didattiche svolte in classe che non prevedono un supporto tecnologico. Il valore medio di ES derivante da tale sintesi è pari a 0.35 (p < .01). Risulta, inoltre, essere significativa l’influenza di due variabili moderatrici: il tipo di impiego della tecnologie (come istruzione diretta o supporto didattico) e il grado di istruzione. Più in dettaglio, risulta un ES pari a 0.42 in caso di tecnologie impiegate come supporto didattico (contro lo 0.31 dell’istruzione diretta) e pari a 0.40 per la fascia K-12 (contro un 0.29 nella fascia post secondaria)."


Quindi penso che, sapere utilizzare le tecnologie, in generale, non solo quelle didattiche intendo, sia molto importante e che renda i bambini capaci di interfacciarsi con il mondo che li circonda, ma ritengo anche altrettanto importante discernere caso per caso, contesto per contesto e decidere consapevolmente come i bambini debbano porsi nei confronti della tecnologia. Renderli critici e soprattutto competenti nell'uso di tali strumenti e non solo fruitori passivi.

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by TARTARELLI BENEDETTA -

ciao a tutti/e!

io penso che le tecnologie possano diventare giuste o sbagliate in base al modo in cui vengono usate, come hanno già detto alcune di voi. Di questi tempi i bambini sono "circondati" da migliaia di stimoli elettronici: telefoni, tablet, pc, videogiochi; ovviamente per quanto mi riguarda sono contro ai telefoni dati in mano ai bambini piccoli per farli stare "tranquilli", o per farli sentire più accettati del gruppo di compagni( dato che spesso ho assistito a conversazioni tra bambini e genitori, i quali bambini chiedevano, implorando, il genitore di comprarli il telefonino perchè tutti i suoi compagni lo avevano e senza si sentivano esclusi). Ecco se la tecnologia viene vista come "babysitter" o come elemento fondamentale per farsi accettare, secondo me allora diventa una tecnlogia sbagliata, e perde anche di credibilità.

Se invece la stessa tecnologia viene utilizzata, in maniera produttiva, e soprattutto viene spiegata ai bambini, può essere molto di aiuto, soprattutto per soggetti disabili.

Quindi io penso che, dato che i bambini sono immersi in tutta questa tecnologia volenti o nolenti, il compito delle maestre, ma anche dei genitori, sia di renderli consapevoli di ciò che possono o non possono fare, di insegnarli a usare queste tecnlogie in maniera produttiva.

http://www.focus.it/tecnologia/digital-life/vita-digitale-la-dose-giusta-per-i-bambini


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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by NUCIFORA CLAUDIA -

Ciao a tutti!

Io sono abbastanza scettica riguardo l'uso delle tecnologie per i bambini. Tempo fa mi è capitato di leggere un articolo a riguardo sul giornale "Focus", l'ho ricercato online e qui di seguito allegoil link di riferimento:

http://www.focus.it/tecnologia/digital-life/vita-digitale-la-dose-giusta-per-i-bambini

L'articolo mi trova d'accordo nell'affermare che non è importante il tempo che il bambino trascorre utilizzando dei dispositivi elettronici, ma la qualità di questo  tempo. Un'altro aspetto importante è la potenzialità che hanno questi dispositivi di essere utilizzati insieme. La fruizione degli strumenti diventa sbagliata dal momento in cui il  bambino diventa un espositore passivo del gioco o dell'attività che sta conducendo sul tablet/smatphone.

Penso quindi che non è necessario essere contrari a priori dell'utilizzo delle tecnologie da parte dei bambini, ma che vadano seguite determinate accortezze e spronare i bambini ad utilizzarle in determinati modi.

Claudia

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by BLASI CRISTINA -

Secondo me è importante applicare le tecnologie dalla più tenera età.

Perchè no? ... magari dai 3 anni? Ovviamente in modo saggio, non come un "Tieni il Tablet così io faccio altro!"

A proposito dell'esame della Ranieri, mi ha colpito il libro "Come un videogioco" di Gee.

Per lui il videogioco costituisce un sistema-modello di come debba essere un apprendimento di successo. Studiando i videogiochi si può comprendere come occorra far giocare i propri allievi con quei particolari tipi di giochi che sono le materie scolastiche.

L'indicazione di Gee è che non sono i dispositivi il problema, ma le pratiche. La didattica si cambia rendendola efficace solo se la tecnologia consente di ritornare riflessivamente sulle pratiche. Lo studioso sottolinea più volte nel suo libro RIPETERE, PROVARE, IMITARE.

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by DE PALMA FRANCESCA -

Aggiungo - concordando con te Cristina - che Gee nel suo volume "Come un videogioco" parla anche di come i bambini, i ragazzi o gli adulti apprendano a usare i videogiochi attraverso il confronto con gli altri giocatori. Gee parla proprio di "comunità" e di come sia fondamentale la socializzazione tra giocatori.

Ed è un po' quello che stiamo facendo anche noi con questo forum a proposito di tecnologie: molti di noi hanno suggerito idee, pratiche, strumenti e link per imparare ad usare le tecnologie, o per migliorare le nostre conoscenze, a supporto dell'apprendimento e di problematiche varie.

Francesca



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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by LORENZI DEBORA -

Buonasera,

vi segnalo un appello scritto dal maestro Lorenzoni per un uso cauto della tecnologia a scuola, soprattutto prima degli 8 anni.

Io non so ancora se sono pienamente d'accordo, ma credo possa essere utile conoscere diverse posizioni, specie quelle di chi la scuola la fa da anni e si è interrogato a lungo su tali questioni...

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by CALORA ELENA -

Buonasera,

penso che a fare la differenza nel buon uso della tecnologia, così come in molti altri aspetti della vita del bambino, sia l'adulto. Senza dubbio privare i bambini dei vari strumenti tecnologici, oggi come oggi, è qualcosa di anacronistico, non dando loro la possibilità di creare poi un rapporto positivo con essi, rischiando di farli travolgere ad un primo contatto perchè fondamentalmente inabili a usarli.  Questo ovviamente non vuol dire lasciare incondizionatamente al bambino il tablet o il telefono, ma piuttosto stabilire con loro dei tempi e delle modalità d'uso adeguate all'età, lasciando la possibilità di fare da soli ma anche di "giocare" insieme. Credo sostanzialmente che i bambini debbano venire educati alla tecnologia. 

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by MUSARÒ DALILA -

Ciao a tutti, 

ho letto i vostri commenti riguardo a tale argomento .

Secondo me è opportuno cercare di conoscere a fondo gli interessi e i gusti dei bambini e bisognerebbe iniziare ad accompagnarli alla scoperta della creatività e delle potenzialità che la tecnologia potrebbe offrire loro.

Io alla domanda:"A che età i bambini possono iniziare ad utilizzare le tecnologie? Risponderei intorno agli 8-9 anni, in quanto le loro capacità mentali iniziano a costruirsi in un senso più razionale ed elaborato.

L'utilizzo del cellulare segna il passaggio ad un età di maggiore autonomia ,in quanto attraverso l'utilizzo degli SMS ,delle chiamate,il bambino inizierà a comunicare con i suoi coetanei e sarà lì che inizieranno le prime richieste da parte dei figli ai genitori. 

È opportuno che i genitori spieghino loro che l'utilizzo delle tecnologie è importantissimo,in quanto è grazie anche ad esse che oggi si è al passo con i tempi ,ma è fondamentale che vengano imposte delle regole,i bambini devono riconoscere che vi sono dei pro e dei contro;un utilizzo moderato e attento riconoscendo eventuali rischi. 


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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by BARTOLI GEMMA -

ciao, penso sinceramente che la tecnologia sia un strumento incredibile con mille risorse quando viene utilizzata per scopi ben precisi e finalità educative e di apprendimento, non credo che ci siano dubbi su questo. Per me la perplessità nasce quando questa risorsa viene utilizzata per giocare o per passare del tempo, o comunque per evadere dalla noia. Conosco bambini che passano ore davanti a televisioni, tablet e telefono e quello che mi spaventa di più è il loro sguardo completamente assente e distaccato rispetto al mondo esterno che li circonda. Possono succedere cose di cui non si rendono minimamente cono a causa del loro completo atteggiamento PASSIVO davanti allo schermo. Ho riflettuto molto su quale potesse essere una buona soluzione e credo che cercare un compromesso con i bambini sia una delle opzioni migliori che abbiamo, ad esempio concordare insieme a loro un limite di tempo nel quale possono utilizzare la tecnologia come vogliono, quindi sia a scopo educativo (per esempio ricerche scolastiche) sia per divertimento, o semplicemente per rilassarsi sul divano. 

Per quanto riguarda l'età credo che non ci siano limiti se questo strumento viene utilizzato con intelligenza e moderazione. come ho già detto credo che sia un mezzo molto importante grazie al quale sia i bambini che noi adulti possiamo trarre molto, nonostante questo non penso che possiamo utilizzarlo come elemento sostitutivo alle esperienze fatte fuori da casa, all'aria aperta o a qualsiasi attività che vede il bambino in modo ATTIVO e protagonista.

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by AIAZZI ELEONORA -

Ciao  Caterina!

Anche questo è uno dei tanti temi che come (future/i) maestre/i dovremmo coscienziosamente prendere in considerazione.

La letteratura  scientifica ci richiama  da sempre  sui rischi dell'uso coattivo e irresponsabile della tecnologia (se pensi bene, alla nostra 'epoca' il lite motive era "la televisione brucia gli occhi"), senza però disconoscerne gli aspetti potenziali di uso. Quindi, il problema è sempre esistito, e nonostante siano cambiati gli strumenti di cui si fa uso (dalla televisione siamo passati allo smartphone e ai tablet, passando dai Internet e derivati), la domanda è sempre quella : si, ma quanto? E per quanto  tempo?

Avere un uso consapevole della tecnologia non è semplice, anzi, molto spesso oggi è proprio la tecnologia che ci spinge ad averne un uso inconsapevole ( e incosciente), volendoci in qualche modo "semplificare la vita". E' opportuno conoscere un oggetto per poterlo sfruttare al meglio, ed è quindi necessario partire da una formazione come la nostra per conoscere i rischi e anche gli usi di questi strumenti che, lo vogliamo o no, sono dentro le nostre vite e , in modo pervasivo, nelle vite dei nostri bambini. 

Anche io sono contraria all'uso precoce delle tecnologie da parte dei bambini, perchè ne sono usi fondamentalmente inconsapevoli, e quindi minanti. 

Ma come fare se i bambini che avremo in classe/sezione, una volta tornati a casa saranno sommersi da  "tecnologie baby-sitter"?

Diffondere i risultati delle ricerche in merito, l'etica, e l'uso della tecnologia come uno strumento ( e non LO strumento) può essere un altro dei compiti che la scuola ci richiede. 

Partiamo da un forum come questo per costruire(ci ) la nostra  idea smile

   

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by BUFFA ROSALBA -

Salve a tutti,

ritengo anch'io che questo sia un argomento molto importante e complesso allo stesso tempo perché se da una parte bisogna evitare che i bambini passino molto tempo seduti e con gli occhi puntati su uno schermo, dall'altra è anche vero che non si può negare ai bambini l'accesso a questo nuovo (per noi) tipo di tecnologia.

Come in tutto bisogna integrare i diversi aspetti ludici ed educativi, senza puntare il dito contro strumenti tecnologici che saranno sempre più presenti nelle nostre vite.

L'errore da evitare è sicuramente quello di utilizzare tablet, smartphone e videogiochi per tenere compagnia ai bambini, bisogna, al contrario, accompagnare e condividere con loro i momenti "tecnologici" in modo non solo da monitorare i contenuti cui accedono, ma anche spiegare e dare la giusta chiave di lettura degli strumenti stessi.

Rosalba

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by ZAZZERI RACHELE -
Salve a tutti/e 


Trovo questa argomento molto interessante, anche perché ho un cugino di 4 anni e vivo in prima persona questo fatto. Oggi giorno ormai viviamo in un mondo sempre più digitale e la cosa per quanto possa essere entusiasmate crea molte paure. Mi riferisco all' uso improprio di questi mezzi che per quanto utili e immediati, possono, se mal usati, creare dipendenza o come ho letto prima nei vari interventi, vengono usati come intrattenimento per "tenere buoni". Ho letto a riguardo sul "Corriere della sera" un articolo inerente all'età idonea per far approcciare i bambini a questo mondo digitale. La rivista specializzata Archives of Disease parla di un ossessione sempre più crescente di dipendenza da parte dei bambini verso tv, smartphone e tablet portando e degenerando in problemi che si riscontrano sulla fisicità di un bambino. Ma a tutto ritengo che ci sia il giusto compromesso e dovremmo trovarlo noi insegnanti e futuri genitori: educare i bambini a usarli nel modo corretto, come fonte esplorativa e di conoscenza e non come sostituto, rendendo il tutto molto automatico e passivo. Continuando con l' articolo, ricerche hanno comunque constatato che fino almeno ai 3 anni è nocivo e poco produttivo lasciare i bambini in balia di tablet o quant' altro per mancata attenzione, per poca concentrazione, per un uso impropri, per poca responsabilità. L' uso può essere corretto se monitorato e spiegato, se vi è un iter, un' obiettivo. La curiosità è insita nel bambino ed è giusto nutrirla ma con la giusta attenzione e cautela. Si può imparare da tutto, ma con moderazione e con adeguati programmi. 

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by VELOCE MARTA -

Buonasera! Ho letto i vari post e il testo del professore sul coding per i bambini piccoli. Ho trovato questo breve

che spiega in modo concreto un possibile utilizzo dell'ape robotica, per esercitare il conteggio in senso progressivo e regressivo. 

E' molto breve, ma è strutturato in modo da far comprendere subito l'utilità didattica di questa tecnologia, anche con i bambini più piccoli!smile

Marta

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by BARTOLOZZI FRANCESCA -

In modo breve e conciso: Tecnologie sì, anche fin da subito, ma con discrezione e giudizio.

Oramai i bambini oggi vivono in un modo sommerso da tecnologie, è inutile privarli e nasconderli sotto una campana di vetro, la cosa più giusta da fare è indirizzarli verso un uso consapevole e positivo delle tecnologie che hanno a disposizione.

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by BUONAZIA NAOMI -

Di recente mi sto interessando alla scuola Steineriana e uno dei maestri di questa corrente pedagogica (Godi Keller) invita ad introdurre il computer e la tecnologia a 12 anni.

Vorrei condividervi anche questo video di Godfrey, guardate bene le espressioni dei bambini: cosa stanno guardando?



Naomi

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Re: tecnologia sì, ma da che età?

by FORMICONI ANDREAS ROBERT -

Me lo immaginavo... però mentre guardavo mi è venuto da pensare che probabilmente li stavo guardando altrettanto rapito... sono bellissimi. Ma certo, innaturalmente fissi.

Conosco il mondo steineriano, per vari versi. E sull'educazione penso di concordare con alcune cose - non in altri campi, tipo agricoltura. Però però, 12 anni, come fai a tenerli fuori dal resto del mondo...? È giusto? Fino a che punto?