Sono perfettamente d'accordo con lei. Riflettere su questo ci permette di mettere in evidenza quelli che sono i "pensieri assurdi" della nostra società.
Per un insegnante, infatti, non è sempre facile riuscire a distaccarsi da idee e modi di fare che sono profondamente radicati nella società in cui vive. A volte non è nemmeno scontato riuscire ad avere un pensiero divergente. Siamo immersi anche noi nella cultura della società in cui viviamo.
Credo (azzardo qui un'ipotesi che potrebbe essere del tutto errata) che alcune regole iperburocratiche vengano imposte nell'illusione di tenere maggiormente la situazione sotto controllo. Non ci si rende conto che un individuo che si sente controllato tende a utilizzare le sue capacità di pensiero divergente per sfuggire al controllo stesso.
Un soggetto che è abituato spesso a utilizzare le sue capacità per fuggire al controllo esterno è molto più attivo nel notare le situazioni in cui questo atteggiamento di "ribellione" viene adottato da altri e, una volta che egli stesso deve imporre il suo controllo su altri individui, ha più paura che gli altri trovino strategie per ovviare al suo controllo ( come egli aveva fatto in precedenza rispetto alle imposizioni esterne).A questo punto la burocratizzazione delle azioni diventa un criterio per non permettere al cittadino di sfuggire al controllo. è un cane che si morde la coda!
In tutto questo il fattore economico ci marcia: Più c'è burocrazia e paura dell'altro, più costringi la gente a comprare o oggetti di marca o prodotti fabbricati in determinati negozi ( vedi la regola che a scuola, per le feste di compleanno. non si può portare il cibo fatto in casa).
e il modo continua ad andare avanti su questa scia ...