LABORATORIO DI PROGETTAZIONE URBANISTICA
PROGRAMMA
Il laboratorio e costituito dall'integrazione di due insegnamenti:
- Urbanistica (prof. Francesco Alberti, 9 CFU);
- Rigenerazione urbana (prof. Goffredo Serrini, 9 CFU).
Questi non si svolgeranno quindi in forma di corsi separati, bensì
in modo sinergico all'interno di un unico percorso didattico finalizzato a
fornire agli studenti i primi lineamenti teorici e metodologici per
l'elaborazione e la valutazione di progetti a valenza urbana, alle diverse
scale d'intervento.
Il laboratorio si avvarrà della collaborazione di un tutor.
È attiva una pagine web del Laboratorio sulla piattaforma Moodle dell’Università di Firenze:
<https://e-l.unifi.it>
Articolazione del laboratorio
Il percorso formativo comprende lezioni teoriche frontali, illustrazioni di esempi, incontri seminariali ed esercitazioni. Poiché si tratta della prima esperienza progettuale per la maggior parte degli studenti, si impartiranno anche le nozioni elementari delle tecniche urbanistiche e di rappresentazione.
Primo
semestre
Nel primo semestre dell'a.a. saranno concentrate la maggior parte delle lezioni frontali, introduttive sugli aspetti teorici, gli strumenti tecnici e su alcune buone pratiche internazionali in tema di progettazione urbana, recupero complesso e qualificazione degli spazi pubblici.
Al fine di facilitare gli studenti nel controllo degli aspetti dimensionali del progetto urbano, fra ottobre e novembre si terranno inoltre, in via propedeutica all'esercitazione progettuale vera e propria che sarà avviata alla fine del semestre, esercitazioni di lettura e restituzione, a diverse scale di tessuti urbani esistenti, realizzati dalla prima meta del XX sec. fino ad oggi, caratterizzati da diverse tipologie di spazi pubblici e di edifici, residenziali e non e/o di progetti recenti di trasformazione urbana e/o recupero di aree dismesse in ambito europeo.
Queste saranno svolte dagli studenti individualmente, con
l'assistenza dei docenti e del tutor del laboratorio.
Gli elaborati prodotti in questa fase, integrati da quelli raccolti nei precedenti anni accademici, andranno a costituire una sorta di “repertorio-manuale” per la fase del progetto.
Nell'ultima parte del semestre le comunicazioni verteranno in particolare, oltre che sull'illustrazione di metodologie di “master planning”, riprese e adattate da esperienze internazionali (in particolare anglosassoni), su questioni inerenti il tema dell’esercitazione progettuale, che sarà svolta a gruppi su un'area di trasformazione inserita negli strumenti di piano di un comune dell'area metropolitana fiorentina. I gruppi dovranno essere formati da 3 studenti (eccezionalmente 2). La possibilità di svolgere il lavoro in modo individuale non è preclusa ma fortemente sconsigliata.
Secondo
semestre
Il secondo semestre sarà prevalentemente dedicato a revisioni
collettive e/o per singoli gruppi dei lavori degli studenti
in vista dell’esame finale.
Il laboratorio si concluderà a luglio. Gli studenti sono invitati a sostenere l’esame in uno dei due appelli estivi. È naturalmente ammessa la possibilità di sostenere l’esame anche negli appelli successivi; tuttavia, dopo il secondo appello estivo non sarà più possibile fare revisioni.
Scadenze
> Metà dicembre - Consegna definitiva degli elaborati delle
esercitazioni di lettura e restituzione di tessuti e progetti urbani esistenti.
> Metà gennaio - Consegna elaborati di analisi sull’area dell’esercitazione progettuale (bozza).
> Fine gennaio - Consegna elaborati di analisi sull’area dell’esercitazione progettuale (elaborati definitivi).
Raccolta delle informazioni sullo stato di fatto e di diritto del territorio prescelto per l'esercitazione progettuale: usi del suolo, rete infrastrutturale, assetto idraulico, piani urbanistici comunali e piani territoriali di coordinamento, ecc.; analisi del territorio da un punto di vista funzionale e strutturale-identitario.
Le analisi devono essere sintetizzate in un numero di tavole proporzionale al numero degli studenti componenti i gruppi (almeno 2 a testa). Ai vari gruppi saranno assegnati temi diversi, in modo che nell'insieme gli elaborati di analisi possano fornire un quadro sufficientemente esauriente delle caratteristiche, problematicità e opportunità dell'area di progetto – dall'evoluzione storica del sistema insediativo, all'interpretazione delle strutture identitarie del sistema territoriale; dalle analisi funzionali (uso del suolo, funzioni principali, mobilita, sistema ambientale) a quelle morfologiche, alle previsioni e vincoli della pianificazione.
Dopo essere stati valutati, gli elaborati di analisi saranno
raccolti su supporto digitale in modo da costituire, nel loro insieme, il
“quadro conoscitivo” preordinato al progetto comune a tutti i gruppi.
> Inizio marzo - Consegna dello Schema direttore, in scala 1:5000 (bozza).
Lo Schema direttore individua le strategie generali di
riqualificazione e mette in luce la struttura urbana e il sistema di relazioni
entro cui si colloca la trasformazione dell'area di studio.
> Inizio aprile - Consegna del Master plan per l'area di studio, in scala 1:2000 (bozza).
Il Master plan definisce l'assetto planivolumetrico dell'area di studio, sviluppando (e se del caso correggendo) a una scala di maggior dettaglio le indicazioni dello Schema direttore.
Predisposizione di un plastico di base comune a tutti i gruppi su
cui saranno in seguito inseriti i singoli plastici di progetto.
> Fine maggio – Consegna definitiva degli elaborati cartacei del progetto: Schema direttore, Master plan, dossier con viste, abachi, relazione e norme tecniche.
Il plastico del progetto sarà invece consegnato da ciascun gruppo
in sede di esame. Contestualmente saranno anche forniti (o caricati su un drive
appositamente predisposto, i file relativi a tutti gli elaborati di testo e grafici, sia come
pdf sia in formato editabile.
> Giugno-luglio - Esami – sessione estiva.
Con il secondo appello della sessione estiva si concludono le revisioni del Laboratorio per l'a.a corrente.
La didattica
Per sua natura, la didattica in un laboratorio è un continuo processo di interazione fra docenti e studenti, in cui le attività pratiche sono alternate con l’apprendimento teorico impartito dai docenti mediante lezioni, comunicazioni, proiezioni di immagini, ecc., e soprattutto in forma di dialogo.
La fase di progettazione vera e propria è poi svolta sia con visite sul campo, sia mediante il reperimento di informazioni presso gli uffici competenti e le biblioteche, sia con il lavoro eseguito nella sede del laboratorio e sviluppato per proprio conto dagli studenti.
Di seguito sono indicati alcuni dei temi teorici che saranno trattati nel corso dell'a.a.. Per ragioni formali gli argomenti sono articolati in 2 corsi: il modulo base di Urbanistica e quello di Rigenerazione urbana; tuttavia, come si è detto, l’insegnamento si svolgerà in modo integrato.
I
principali temi teorici trattati nel corso di Urbanistica
> Il significato di città. Un chiarimento preliminare del significato di città nel corso della storia e in relazione al paradigma dello sviluppo sostenibile.
> L’analisi dei fenomeni urbani. I fondamenti teorici e metodologici dell’approccio urbanistico alla progettazione della città. L’approccio funzionale-sistemico. L’approccio storico-morfologico.
> L’importanza e l’attualità del progetto urbano come strumento operativo per dare forma e concretezza alle istanze della città sostenibile, attraverso la valorizzazione e messa a sistema delle qualità presenti (o latenti) nei diversi contesti; il confronto tra segni del passato ed esigenze contemporanee nella prospettiva di un riuso compatibile; l’introduzione di nuove relazioni urbane; l’interpretazione di ogni intervento, ancorché puntuale, come parte significativa di un processo più ampio di trasformazione della città e del territorio.
> Le dimensioni spaziali del progetto. Il “disegno della città” alle varie scale costituisce il tema centrale del Laboratorio. Ciò comporta anche un approfondimento riguardante il funzionamento, le tipologie, le misure e modalità di aggregazione degli elementi costitutivi l'organismo urbano: edifici, spazi pubblici, percorrenze, ecc.. Particolare importanza verrà attribuita alla comprensione dei tessuti urbani, nella loro stratificazione storica; ai temi del recupero e del riuso edilizio; al ruolo dello spazio pubblico come sistema strutturante della città; alla permeabilità tra insediamenti e sistema ambientale.
> Le invarianti progettuali: sono riprese in chiave progettale alcune nozioni di invariante (come segni profondi, strutture, regole, ecc.) già trattati nei laboratori del Corso triennale di Pianificazione del Territorio e del Paesaggio del DIDA. Da qui deriva anche l'interpretazione della “struttura territoriale” come strumento euristico e di progetto.
> La costruzione del progetto. Fasi e momenti dell'iter progettuale.
I
principali temi teorici trattati nel corso di Rigenerazione urbana
> Il contesto e l'esplorazione al suolo: una riflessione sulle pratiche semplici ed elementari del costruire, sull'interpretare e descrivere: la scelta di un luogo, di un principio insediativo, la suddivisione del suolo; la scelta di una geometria, di una composizione, di materiali, rapporti e proporzioni.
> Il tema della centralità e dell'appartenenza, ovvero i modi con i quali poter ricucire parti di città già parzialmente edificate,lavorando sulle frammentarie configurazioni di oggetti, spazi e luoghi (o non-luoghi) di quartieri recenti: lavorando tra le "cose" con l'obiettivo di legare e migliorare ciò che esiste, nel tentativo di definire con cura parti e limiti di una città che trasforma e modifica la sua struttura ri-progettandosi dall'interno.
> La ricerca di una "scala": che provi a definire e non cancellare i rapporti con l'esistente (con geometrie costruite spesso a partire dai vuoti più che dai pieni), dove il disegno e la qualita degli spazi aperti, il sistema distributivo, le relazioni visuali e la valorizzazione del rapporto con il "paesaggio" e la regola insediativa tornino ad assumere forte rilevanza.
Modalità di verifica dell'apprendimento
Esercitazioni
di lettura e restituzione di progetti
Le esercitazioni saranno svolte individualmente. Esse consisteranno nella redazione di schede in formato A3, in cui dovranno essere inserite, entro un layout predefinito, planimetrie, sezioni significative e schemi interpretativi di determinati campioni urbani (porzioni di tessuti residenziali, aree e attrezzature speciali, esempi di urban design selezionati dai docenti), utilizzando materiali che in parte saranno forniti agli studenti e che in parte gli studenti stessi dovranno integrare con proprie ricerche bibliografiche. L'insieme delle schede andrà a costituire un unico dossier, a disposizione di tutti. Alla consegna delle tre esercitazioni, queste saranno oggetto di una valutazione (insufficiente, sufficiente, buono, ottimo) da parte dei docenti, che andrà a incidere sulla votazione finale. La valutazione delle esercitazioni potrà comunque essere modificata, ripresentando le schede, in una versione migliorata, in sede di esame.
Analisi
territoriali e proposte progettuali sull'area campione
I lavori di analisi e progettazione saranno svolti dagli studenti preferibilmente in gruppi di 3 persone, eccezionalmente di 2 o in forma individuale. Sarà indicato un numero minimo di tavole che gli studenti dovranno presentare e spiegare all’esame, insieme ad alcuni criteri base d'impaginazione.
A titolo di orientamento, si sottolinea come ogni progetto si basi su una buona lettura e interpretazione del territorio, che può essere condotta secondo due approcci fondamentali:
- il primo si interroga su come “funzioni” il territorio, che in questo caso viene concettualizzato come un insieme di sistemi interagenti, costituiti da attività localizzate (residenze, attività produttive, attrezzature, ecc., esistenti o previste dai piani urbanistici di vario livello) e dalle loro relazioni, per lo più incarnate dalle diverse reti di trasporto, ma anche da elementi naturali, come fiumi, corridoi ecologici, ecc.;
- il secondo tende a evidenziare gli aspetti strutturali che danno identità al territorio, sulla base di letture di carattere storico e morfologico. Incrociandosi, le due letture consentono di evidenziare le “invarianti” del progetto, intendendo con questo termine gli elementi che ne costituiscono dei “punti fermi” o la cui trasformazione assume un’importanza cruciale. Invarianti che possono riguardare le “strutture” e i “sistemi” che definiscono le modalità del progetto, gli elementi resistenti che assumono un ruolo morfogenetico, le relazioni da salvaguardare o da potenziale, le vocazioni di specifiche zone, ecc..
Metabolizzate le analisi condotte su questo duplice livello, il progetto prende dunque forma con una prima schematizzazione della struttura territoriale che si vuole perseguire (Schema direttore), che sarà successivamente approfondita e perfezionata fino a rappresentare un nuovo assetto territoriale nell’area presa a campione (Master plan). Ciò non implica necessariamente profonde trasformazioni, ma, ad esempio, cambiamenti di ruolo, introduzione di nuove relazioni, ecc.. Un possibile filo conduttore può essere la progettazione di un nuovo spazio pubblico polifunzionale, continuo e articolato che stia alla base del “progetto territoriale”. Il progetto urbanistico tenderebbe cosi a caratterizzarsi anche come progetto di paesaggio, utilizzando come “ingredienti” greenways, parchi variamente caratterizzati, aree agricole, corridoi ecologici, corsi d’acqua, oltre che il consueto materiale edilizio della disciplina urbanistica.
A partire da questo impianto concettuale, la costruzione dei progetti da parte dei vari gruppi sarà guidata attraverso alcuni step, seguendo una metodologia operativa mutuata da una letteratura e da un pratica di “master planning” ormai consolidate in ambito anglossone:
1. valutazione del contesto in cui si interviene (analisi dell'area di studio sotto il profilo funzionale-sistemico
e storico-morfologico; rappresentazione dello stato di fatto e di diritto del territorio di riferimento);
2. definizione della struttura urbana (disegno dei tracciati, organizzazione funzionale, morfologia e densità dei tessuti, razionalità ed efficienza nell'uso delle risorse energetiche e naturali, qualità del paesaggio, visuali ed elementi emergenti, caratteristiche del costruito, suddivisone delle proprietà);
3. progetto delle percorrenze (sistema pedonale, percorsi ciclabili, trasporto pubblico, viabilità e sistema della sosta, altre infrastrutture di servizio);
4. qualificazione dell'ambiente urbano (abachi e prescrizioni per gli spazi aperti, il trattamento dei margini, il dimensionamento e la caratterizzazione dei prospetti degli edifici, la creazione di spazi pubblici vitali, la sicurezza e salubrita dei luoghi).
Riferimenti bibliografici
Alberti F., Brugellis P., Parolotto F. (a cura di, 2014), “Città pensanti. Creatività, mobilità, qualità urbana”, Quodlibet, Macerata
Alberti F., Nespolo L., a cura di (2011), “Il progetto di città nelle politiche regionali”, Contesti. Città territori e progetti: 1-2, All’Insegna del Giglio, Borgo S. Lorenzo
Aymonino A., Mosco V.P. (2006), “Spazi pubblici contemporanei. Architettura a volume zero”, Skira, Ginevra-Milano
Baldeschi P. (2006), “Dalla razionalità all'identità. La pianificazione territoriale in Italia”, Alinea, Firenze
Benevolo L. (1960-2008), “Storia dell'architettura moderna”, Laterza, Bari-Roma
Caputo P., a cura di (1997), “Le architetture dello spazio pubblico”, Triennale di Milano, Electa
Carmona M. et al., (2010), “Public Places Urban Spaces. The Dimensions of Urban Design” (2nd Edition), Architectural Press, Oxford
Casabella: 597-598, 1993 “Il disegno degli spazi aperti”.
Gabellini P. (2001), “Tecniche urbanistiche”, Carocci ed., Roma
Ghel Architects et al. (2010), “Our Cities ourselves”, NY,
<https://www.itdp.org/wp-content/uploads/2014/07/OCO8principles_ITDP.pdf>
Ghel J. (2010), “Cities for People”, Island Press, Washington DC
Gianmarco R., Isola A. (1993), “Disegnare le periferie”, La Nuova Italia Scientifica, Roma.
Llewelyn-Davies Ltd e Roger Evans Associates Ltd, a cura di (2004-2007 ) “Urban design compendium”, voll. 1-2, English Partnership, London <www.urbandesigncompendium.co.uk/>
“Manuale di progettazione edilizia vol.1-2, Tipologie e criteri di dimensionamento” (1995), Hoepli, Milano
Navigator: 2 (2001), “I nuovi paesaggi”, Edizioni Lotus srl, Milano
Navigator: 7 (2003), “Il paesaggio della freeway”, Edizioni Lotus srl, Milano
Navigator: 8 (2003), “Velocità controllate”, Edizioni Lotus srl, Milano
Rogers R. e Gumuchdjian P. (1997-2000), “Città per un piccolo pianeta”, Erid’A/Kappa, Roma
Secchi B. (2000), “Prima lezione di urbanistica”, Laterza, Roma-Bari
Tribal Planners and Urban Designers et al. (2009), “Urban Design Manual. A best practice guide”, Ministry of Environment, Hertage and Local Government, Ireland
<http://www.environ.ie/en/DevelopmentHousing/PlanningDevelopment/Planning/PublicationsDocuments/>
Ulteriori riferimenti bibliografici saranno forniti durante il corso.
- Docente: ALBERTI FRANCESCO
- Docente: FANFANI DAVID
- Docente: MANCINO MARCO
- Docente: FAGARAZZI CLAUDIO
- Docente: BELLANDI MARCO
- Docente: CALOFFI ANNALISA
- Docente: GABBANI GIULIANO