- Docente: SERENA TIZIANA
a.a. 2018/2019 – Biennio
Corso di laurea magistrale in Storia dell’arte (LM 89)
Prof. Andrea De Marchi
Storia dell’arte medioevale (problematiche)
6 CFU – 36 ore
Firenze 1470: Andrea del Verrocchio pittore e i suoi
II semestre, I sottosemestre (inizio delle lezioni mercoledì 27 febbraio, ore 15)
Aula 5, via Gino Capponi 9
Lunedì ore 13-15
Mercoledì ore 15-17
Giovedì ore 13-15
Esercitazioni di attribuzione tutti i lunedì dal 4 marzo al 15 aprile, ore 15-17, aula 5
(aperte a tutti)
Calendario
FEBBRAIO mer 27, gio 28,
MARZO lun 4, mer 6, , lun 11, mer 13, gio 14, lun 18, mer 20, gio 21, mer 27, gio 28,
APRILE lun 1, mer 3, gio 4, lun 8, mer 10, gio 11, lun 15
Nonostante che Andrea del Verrocchio (Firenze 1436 – Venezia 1488) sia stato il maestro di pittori come Perugino e Leonardo, Ghirlandaio e Lorenzo di Credi, è invalsa l’opinione critica che la sua attività come pittore sia stata del tutto secondaria rispetto a quella come scultore. Le sue due pale d’altare più famose, il Battesimo di Cristo di San Salvi ora agli Uffizi e la cosiddetta Madonna di Piazza del Duomo di Pistoia, sono state sì progettate e disegnate da Verrocchio, ma eseguite da altri, anche se nel primo caso ciò non è ben riconosciuto. Ciò ha gettato in maniera più o meno esplicita un’ombra di discredito sulle stesse qualità di Verrocchio pittore. A fronte di diversi disegni superbi, dello stesso avvio di una pratica innovativa come quella degli studi di panneggio monocromi su tele di lino, e del magistero esplicato verso il 1470 su tanti altri più giovani pittori, non si può non restituire a Verrocchio la statura anche di grandissimo pittore, ancorché autore di un numero assai limitato di opere. Il corso nasce dalla concomitanza con una grande mostra su Verrocchio che avrà luogo a Palazzo Strozzi nella stessa primavera del 2019, curata dal docente insieme con Francesco Caglioti. Sarà possibile quindi profittare di questa storica opportunità per verificare in mostra le ipotesi critiche argomentate durante le lezioni. Il problema storiografico posto dalla ricostruzione dell’attività di Verrocchio pittore e dell’influenza da lui esercitata costituisce un esempio di metodo paradigmatico. Si tratta di un osservatorio privilegiato per capire sia le dinamiche complesse tra maestro e allievo diretto (Leonardo, Perugino, Lorenzo di Credi) o semplice simpatizzante (Domenico Ghirlandaio, Biagio d’Antonio, Bartolomeo della Gatta, Piermatteo d’Amelia), che prefigurano quanto avvenne in seguito con la bottega di Raffaello nella Roma giuliesca e leonina, sia un momento cruciale dello sviluppo dell’arte fiorentina in genere, all’indomani della morte di Cosimo de’ Medici (1464) e di Donatello (1466), quando si affermò un nuovo ideale di eleganza fortemente stilizzata e tendenzialmente astratta, ancorché potentemente illusiva nella resa dettagliata dei materiali preziosi e dei paesaggi, a gara coi fiamminghi, tendenza di cui Verrocchio fu il campione, aprendo la strada a sperimentazioni e ricerche assai diverse fra loro, alla base, con Perugino e Ghirlandaio, dell’avvento della maniera proto classica e della sua affermazione nazionale.
Bibliografia di riferimento:
Fondamentali saranno i saggi (Francesco Caglioti e Andrea De Marchi) e le schede del catalogo della mostra su Andrea del Verrocchio, il maestro di Leonardo, a Palazzo Strozzi, edito da Marsilio per l’apertura della stessa l’8 marzo 2019.
Ed inoltre:
Federico Zeri, Il Maestro dell’Annunciazione Gardner, in “Bollettino d’arte”, XXXVIII, 1953, pp. 125-139.
David Alan Brown, Further observations on a project for a standard by Verrocchio and Leonardo, in “Master Drawings”, XII, 1974, pp. 127-133.
Konrad Oberhuber, Le problème des premières oeuvres de Verrocchio, in “Revue de l’art”, XLII, 1978, pp. 63-76.
Luciano Bellosi, Un omaggio di Raffaello al Verrocchio, in Studi su Raffaello, atti del convegno a cura di M. Sambucco Hamoud e M. L. Strocchi, Urbino 1987, 1, pp. 401-417.
Luciano Bellosi, Giovanni di Francesco e l'arte fiorentina di metà Quattrocento, in Pittura di Luce. Giovanni di Francesco e l'arte fiorentina di metà Quattrocento, catalogo della mostra di Firenze a cura di L.Bellosi, Milano 1990, pp. 11-45.
Françoise Viatte, Léonard de Vinci. Les études de draperie, Paris 1989.
Martin Kemp, Verrocchio’s “San Donato” and the Chiesina della Vergine di Piazza in Pistoia, in “Pantheon”, LVI, 1998, pp. 25-34.
Luciano Bellosi, Considerazioni sulla mostra del Perugino, I, in “Prospettiva”, 2007, 125, pp. 67-87.
Alessandro Angelini, Considerazioni sulla mostra del Perugino, II, in “Prospettiva”, 2007, 125, pp. 88-94.
Francesco Caglioti, Da una costola di Desiderio: due marmi giovanili del Verrocchio, in Desiderio da Settignano, atti del convegno a cura di J. Connors, A. Nova, B. Paolozzi Strozzi e G. Wolf, Venezia 2011, pp. 123-150.
Francesco Caglioti, Andrea del Verrocchio e i profili di condottieri antichi per Mattia Corvino, in Italy and Hungary, atti del convegno a cura di P. Farbaky e L. A. Waldman, Milano 2011, pp. 505-551.
Andrea De Marchi, Due passaggi di Andrea del Verrocchio pittore per Pistoia, in Il museo e la città. Vicende artistiche pistoiesi del Quattrocento, a cura di E. Testaferrata e G. Guazzini, Pistoia 2013, pp. 67-95.
Cecilia Martelli, Bartolomeo della Gatta pittore e miniatore tra Arezzo, Roma e Urbino, Firenze 2013, pp. 27-50.
Come riferimento per i documenti e la bibliografia su Verrocchio si può consultare: Dario Alessandro Covi, Andrea del Verrocchio. Life and Work, Firenze 2005.
- Docente: DE MARCHI ANDREA
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