Il corso si concentra sulla capacità di comprendere e rielaborare le regole del communication design. Attraverso un lavoro di ricerca e progettazione analizzeremo il pensiero di alcuni graphic designers che hanno definito la disciplina stessa, apprenderemo quali sono le regole, come applicarle ma anche come romperle, a usare la tipografia come strumento espressivo e a “toccare il cuore” attraverso il segno grafico.

Il design è stato frequentemente usato per vendere con successo bugie e sappiamo quanto sia legato all'intero processo di vendita e branding, di merchandising e mercificazione, quanto sia intimamente legata al business, al commercio, tutta l'arte grafica. Capire questi meccanismi, ma usare questi stessi strumenti per promuovere il cambiamento comportamentale è diventato oggi uno dei compiti del graphic designer, a mio avviso il compito fondamentale. Ciò significa che l’uso della tipografia, l’organizzazione dell’informazione, la creazione del segno grafico nella sua complessità devono ora essere usate come strumenti utili alla comunicazione sociale piuttosto che come pure tecniche di comunicazione visiva.

Lavoreremo sulla progettazione di manifesti considerando il manifesto lo strumento alla base del gesto comunicativo politico, dove politico si riferisce a polis, alla città, uno strumento che si rivolge direttamente ai cittadini, membri di una comunità, formanti una collettività. Il manifesto quindi come strumento di comunicazione democratico: vive nello spazio pubblico, dialoga direttamente con la gente, per rivolgergli una domanda, per spingerlo alla riflessione, è comunicazione allo stato puro.


Anno accademico: 2020-2021