3. La grammatica dell'audiovisivo

3.4. Montaggio

Tecnicamente il montaggio è l’operazione di tagliare o unire inquadrature diverse, ma formalmente il montaggio serve a produrre senso, a creare una dimensione temporale e uno spazio e a dare una forma e un ritmo al progetto qualsiasi esso sia. Si può quindi dire che il montaggio è l’elemento fondamentale del linguaggio audiovisivo che è nato con lo sviluppo delle tecniche di montaggio cinematografico. Queste tecniche sono state trasformate in un linguaggio, una grammatica e sintassi cinematografica è stata elaborata dando vita a delle teorie e tipi di montaggio che sono state applicate da vari registi in vari periodi della storia del cinema. Questa grammatica e queste teorie stanno alla base di tutte le produzioni audiovisive che esistono al giorno d’oggi e conoscere gli elementi base che le costituiscono, senza necessariamente entrare nei dettagli teorici del cinema, è indispensabile sia per interpretare una produzione, sia per crearne una.


In questo paragrafo verranno trattati con l’aiuto di filmati con esempi i seguenti temi:

  • montaggio invisibile

  • montaggio intellettuale

  • montaggio proibito

  • montaggio formale

  • la punteggiatura filmica: le transizioni


I seguenti link rimandano a dei materiali online che spiegano il montaggio cinematografico in modo molto sintetico e con esempi diretti.




I due filmati presentano e illustrano una breve panoramica della storia del montaggio cinematografico ed analizzano i 3 principali tipi di montaggio, invisibile (continuità), intellettuale (costruzione del significato), proibito(interno all’inquadratura): come, quando e perché sono stati sviluppati, cosa rappresentano e come oggi vengono utilizzati a seconda delle intenzioni di chi crea il prodotto audiovisivo.


Nell’illustrazione del montaggio invisibile vengono spiegati i vari tipi di raccordo utilizzati per mascherare il montaggio in modo da dare continuità e non far accorgere lo spettatore degli stacchi tra le varie inquadrature:

  • raccordo di sguardo

  • raccordo sul movimento

  • raccordo sull’asse

  • raccordo di direzione

  • raccordo sonoro


Nella spiegazione del montaggio intellettuale o concettuale trovate anche l’illustrazione del effetto Kuleshov che sta alla base di questo tipo di montaggio. Il montaggio concettuale è molto efficace in progetti che esigono brevità di durata e infatti viene prevalentemente utilizzato nella pubblicità e nei videoclip. Il suo utilizzo in una Digital Story può aiutare a conferire più significati e emozioni alla narrazione.


Nella parte che riguarda il montaggio proibito sono spiegati la profondità di campo e il piano sequenza.



Aggiungiamo qui un appunto sul montaggio formale (natura grafica e/o ritmica). Questo tipo di montaggio pone in primo piano la funzione estetica, che comunque accompagna quella narrativa o di creazione del senso. Lavora sull’attrazione tra forme simili, nel senso di accostamento di immagini che creano tra loro un rapporto di volumi, linee, colori, superfici ecc.


Al link seguente potete guardare un esempio molto famoso di montaggio formale nel film 2001: Odissea nello Spazio, che tra l’altro funge anche da ellisse temporale, forse lo stacco temporale più lungo della storia del cinema. L’osso lanciato in aria dalla scimmia si trasforma in un’astronave nell’inquadratura successiva con estrema fluidità:



Di seguito un appunto sulla pura tecnica del montaggio: la transizione da un’inquadratura all’altra.

La punteggiatura filmica


I software di montaggio offrono svariati modi di transizione, alcuni dei quali sono molto vistosi. Nel montaggio le transizioni sono elementi che costituiscono la punteggiatura del film o del progetto in realizzazione e determinano la struttura narrativa, il ritmo e il significato. Quindi bisogna stare molto attenti a come usarle.


I modi di transizione più utilizzati sono:

  • stacco: semplice passaggio da un’inquadratura all’altra, che non crea pause e indica una sostanziale continuità.
  • dissolvenza: usata per indicare un certo passaggio di tempo o il passaggio da una situazione ad una differente fra una scena e un’altra e indica così l’esistenza di un’ellisse o salto temporale.
  • dissolvenza in chiusura: passaggio graduale dall’inquadratura al nero totale.
  • dissolvenza in apertura: graduale apparire dell’immagine dal nero.
  • dissolvenza incrociata: passaggio graduale da un’inquadratura all’altra con sovrapposizione così da far sembrare che una scena si trasformi nell’altra.
  • tendina: passaggio da un’inquadratura all’altra tramite un siparietto di varie forme e colori.
  • iris: un foro circolare si apre o si chiude intorno a una parte dell’immagine.