La scheda Conservazione serve ad annotare, per ogni superficie che si riesca a identificare e distinguere, i fenomeni di degrado che sono visibili ad occhio nudo e la loro estensione.
Se l’apparecchio murario non è visibile, non deve essere spuntata la casella: questa casella infatti deve essere compilata solo nei casi in cui sia visibile, appunto, la muratura. Esempio: tutti i facciavista lapidei o laterizi (se non sono rivestimenti), oppure quando in caso di distacco dell’intonaco di rivestimento questo lascia visibile la muratura sottostante.
Nei casi più diffusi di superfici intonacate, quindi, occorre semplicemente compilare la casella Superfici di rivestimento (si può anche indicare direttamente solo la tinteggiatura se i fenomeni interessano solo la superficie tinteggiata, come colature, depositi di sporco, ecc.).
Riguardo la scheda colore invece, meglio chiarire come funzionano le sgrammaticature e il degrado antropico.
Tutte le situazioni di degrado che non siano riconducibili al semplice deterioramento dei materiali a causa del tempo e degli agenti atmosferici determinano il livello di degrado antropico, derivante cioè dall’incuria e dagli interventi arbitrari dell’uomo. Esempi:
- macchie e colature varie dovute a incuria;
- infissi e serramenti deteriorati, stinti, ecc.;
- elementi di arredo impattanti e mal distribuiti (vetrine, insegne, ecc.);
- rattoppi;
- cavi elettrici o altri dispositivi tecnologici che creano disordine in facciata;
- ecc…
La presenza di uno o più di tale fenomeni determina il giudizio da assente a diffuso.
Le sgrammaticature invece potrebbero essere indicate come “alterazioni dei caratteri formali della facciata” e anche in questo caso il sommarsi di più elementi determina un giudizio progressivamente più negativo. Rientra anche l’impiego di prodotti non idonei alla tipologia edilizia o al supporto.
Infine, la pittura “non pellicolante” corrisponde alle tinteggiature a base minerale (calce, silicati), mentre la “pellicolante” indica le pitture a base organica (acrilica, silossanica, acril-silossanica). La pellicolante dunque non è riferibile alla pittura degradata o sfogliata ma è riferita al meccanismo di formazione del colore: le minerali non formano un film (o, appunto, pellicola), le organiche sì.
Il tipo di pittura comunque non incide sull’Alterazione visiva (la pellicolante non è a priori “peggio” della “non pellicolante”, per capirsi), a meno che non ci sia incompatibilità col supporto (es: intonaco a calce coperto da pittura organica), ma è un dato molto utile da valutare in modo disaggregato per capire quanto le finiture degli edifici storici siano state sostituite.
Un’ultima considerazione sull’Alterazione visiva: si tratta di un indice urbanistico per cui normalizza tutti i risultati ad una grande scala; chiaramente i fronti meno estesi e/o che non si trovano su piazza o in affaccio panoramico, hanno dunque un minor “peso” nella qualità visiva del paesaggio urbano. Questo non deve trarre in inganno perché leggendo i dati in modo disaggregato è comunque possibile far emergere i problemi in modo puntuale
Il prof.
P.S:
Per quanto concerne la compilazione della sezione "Stratigrafia colore facciata", confermo che si tratta di una finestra opzionale che si riferisce ad una lettura delle superfici di rivestimento finalizzata alla progettazione del colore (individuazione del codice di progetto) azione che, pur avendovi illustrato a lezione, esula al momento dagli obiettivi del progetto urbano. Tuttavia se ne consiglia la compilazione nel trattamento del "caso studio" da sviluppare come progetto architettonico.
Per recuperare i report di Hurbana (quelli che intendete allegare alle tavole di sintesi informativa) il mio consiglio è di allargare il quadro che interessa riprodurre e di stampare la schermata . Una volta stampate le schermate, queste possono essere riunificate e composte in un unico pdf.