Vediamo cosa succede

Vediamo cosa succede

par QUAGLI FRANCESCA,
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Buon pomeriggio a tutti,

dopo la proposta del professore, sulla possibilità di condividere sul forum piccoli stralci del nostro diario di bordo, ho deciso di condividere con voi una mia riflessione. Preferisco non anticipare nessun dettaglio sul nodo centrale della mia riflessione per lasciare la libertà di una lettura senza impegno o condizionamenti.

Per chi leggerà questo breve estratto, auguro una piacevole lettura.


Vediamo cosa succede

È interessante sperimentare l’errore con LibreLogo: se sbagli la scrittura di qualche comando, o esce fuori un disegno bizzarro, tutto il contrario di quello che avevi in testa, davanti a quello che vedi non ti resta che ridere e tornare indietro; oppure potrebbe uscire un percorso nuovo che fino a quel momento non avevi considerato. Allora ti immergiin quella nuova idea, modificando inevitabilmente il progetto iniziale.

Quindi mi domando: e l’ansia o la paura di sbagliare dove sono? 

Di fronte al ridere, alla possibilità di tornare indietro, di trovare nuovi percorsi e di modificare in corso d’opera il progetto per giungere alla soluzione finale, l’ansia e la paura vengono letteralmente spazzate via! 

Porre l’errore all’interno di uno spazio rassicurante, che non sottolinea l’insuccesso, ma piuttosto la possibilità di imparare attraverso di esso, genera una rivoluzione nel pensare l’atto dello sbagliare e cosa posso fare per rimediare.

E in quest’ottica LibreLogo si presenta come uno strumento che offre la possibilità di sperimentare l’errore in questi termini positivi. Si sbaglia, questo non si può cambiare; ma si può cambiare il modo in cui si vede il proprio sbaglio: o come un atto irreversibile o come un'opportunità per andare a ritroso nel proprio percorso e individuare quel passaggio che non funziona.

Se cambio il modo in cui percepisco l’errore, percepisco i suoi effetti a livello emotivo: se il mio inciampo è uno sbaglio inaccettabile, è inevitabile che provi delle sensazioni negative, come senso di colpa e paura; ma se quello stesso intralcio lo vedo come un tentativo tra molte opzioni, allora ciò che provo si tramuta in qualcosa di positivo, come sfida, come piacevole esplorazione delle mie capacità.

Se l’errore è associato a sensazioni di paura o senso di colpa, l’imparare diventa un atto faticoso da evitare a tutti i costi perché so già che “tanto sbaglio”.

Cosa succederebbe ai nostri bambini se, invece, insegnassimo loro che l’errore non è altro che un piccolo e antipatico nemico che possiamo combattere insieme?

Perché non ci proviamo e vediamo cosa succede.