Lezione del 22/11 argomento i + e i -

Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di CECCHI STEFANIA -
Numero di risposte: 13

Ciao a tutti risentendo la regiastrazione della lezione del 22, a cui ahimé non avevo partecipato, sono a chiedere in particolare ai colleghi che hanno fatto gli interventi sulle scuola quando segue:

l'argomento è la sospensione del giudizio e l'ascolto non giudicante.

Ho capito che a scuola gli interventi degli alunni vengono giudicati con un + o meno; la domanda è: viene almeno dato un feedback ai ragazzi circa il perché dell'uno o dell'altro giudizio?

ciao

stefania

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Re: Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di SALVINI ELEONORA -

Ciao Stefania,

Non posso parlarti da insegnante perché non lo sono e certamente i miei colleghi ti sapranno dire di più. Posso raccontarti la mia esperienza da studente. 4 anni fa, quando facevo il liceo c’era questa pratica dei più e dei meno e il meccanismo di feedback era il + o il - stesso. Cioè: ti fanno una domanda/ fai un intervento:

CASO 1. La risposta è giusta oppure l’intervento è pertinente? Ti danno danno il +.

CASO 2. Sbagli la risposta o fai un intervento non pertinente? Prendi un -. 

 Fortunatamente non tutti i professori usano questo sistema binario e preferiscono feedback più ricchi ed eloquenti che spingano a riflettere e non a raggiungere il marchio (voto). 

Questa è solo la mia esperienza magari, i due o più insegnanti che hanno fatto l’intervento il 22 potranno darti una versione sicuramente più aggiornata di alcune situazioni scolastiche di oggi. Spero comunque di averti dato intanto un informazione che ti possa essere utile. 

Buona giornata!

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Re: Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di GALLIGANI BEATRICE -

Anche io, come Eleonora, ho avuto occasione di sperimentare questa pratica; vorrei aggiungere che, nel mio caso, la Professoressa di latino una volta a settimana faceva domande a tappeto assegnando un più o un meno alle varie risposte. 

Alla fine chi aveva collezionato almeno tre più otteneva un voto tra il 7 e l' 8,  chi invece aveva collezionato più di due meno prendeva un voto tra il quattro e il cinque. 

Risultato: quasi tutti studiavano volta per volta ma c'era uno stato d'ansia perpetuo e generalizzato.

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Re: Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di STAGI STEFANO -

Da insegnante non ho mai usato il + o -,perchè la docimologia da almeno 70 anni ha individuato sistemi più efficaci,performanti e soprattutto più rispettosi di questa pratica. Che significa dare più o meno? Rispetto a cosa?Oltretutto, dubito che rispetti i requisiti ex dpr 122/2009 della valutazione tempestiva e trasparente. D'altro canto il fatto che sia usata  non significa sia una buona prassi. E' una di quelle male abitudini che andrebbero con il passare del tempo superate. Come codesta: se non ricordo male, all'università dovremmo essere valutati da tre esaminatori che dispongono di un punteggio da 1 a 10,per cui si spiega la scala del voto in trentesimi.Nella mia ormai lunga carriera di studente ciò mi è capitato ben poche volte.Volendo ampliare il ragionamento, è barbarica e inesatta la scala in base dieci per valutare.Altro è usare griglie in base 40,come all'esame di maturaità, o meglio ancora le fasce. Per aggiungere una nota comica - che rinfocala il carattere grottesco della scala decimale come strumento di valutazione- è bene ricordare che in Germania usano la scala decimale al rovescio rispetto a noi,per cui 1 è il meglio. Ciò ha ben altro senso docimologico rispetto al nostro. Però è il punto di arrivo di una miriade di strumenti valutativi,che poco hanno a che spartire con + e -. 

In riposta a GALLIGANI BEATRICE

Mio punto di vista sul vissuto scolastico di Beatrice Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di STAGI STEFANO -

Trovo superfluo chiosare che si tratta di condotta da parte del personale docente illogica,antipedagogica e a-didattica,a prescindere da ogni valutazione sulla rispondenza alla legittimità legale. Ma l'Organismo di Garanzia esisteva( DPR 249/1998)?e la commissione RAV(DM 77/2011)? e la Commissione per le buone pratiche didattiche ( DPR 275/1999)?il Dirigente Scolastico era edotto della faccenda( DPR 112/1998 e CCNL Area V 2006/0)? e rappresentati di genitori e studenti sapevano( D.lgv. 493/1993)? e il coordinatore per la didattica ( CM 103/2013)?Mah! Purtroppo scuola e università restano sempre eguali a se stessi nel replicare le condotte peggiori.

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Re: Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di CECCHI STEFANIA -

Grazie a tutti per i contributi preziosissimi. Farò tesoro di queste informazioni che al momento opportuno mi piacerebbe discutere a uno dei famosi tavoli sull'educazione, sull'orientamento e sulla formazione a cui in genere partecipo come terza quarta se non quinta scelta.

Ciao

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Lezione del 22/11 argomento i + e i - e la valutazione come è

di STAGI STEFANO -

<< Il valore di una valutazione autentica è accertare non solo e non tanto ciò che lo studente sa, ma ciò che sa fare con ciò che sa >> Citato in Relazione pedagogica allegata alla Legge Daneo/Credaro 487/1911. Mi spiegate come si fa a far ciò aggiungendo a proprio talento un + o - a una risposta o intervento svolti durante una lezione? e la trasperenza e l'oggettività che fine fanno?

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Re: Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di RICCETTI ARIANNA -

Ciao Stefania, anche io non posso risponderti a tale domanda come insegnante, ma ti rispondo da chi questo 'metodo' lo ha ricevuto/subito. Per quanto riguarda il diritto all'ascolto, almeno nella mia scuola superiore, si riduceva ad uno scontro conflittuale. Il più delle volte i professori che tentavano di far valere tale diritto venivano o assaliti dagli studenti, o dai genitori degli studenti (si toglie tempo al programma scolastico) o dal dirigente scolastico. Chiaramente è un'esperienza personale e, spero, limitata ad un solo caso.

Per quanto riguarda i + e- venivano utilizzati come 'metodo didattico' anche nella mia scuola e, sinceramente non ho mai ben capito a cosa servissero ( 5 - che vuol dire? che sono stata poco più che insufficiente? e 6 - - ? che sono stata quasi quasi brava?). Ahimé per alcuni professori (sempre della mia scuola) non c'era mai abbastanza tempo per spiegare o dare feedback sul perché c'è stato o meno un errore. Nei rari casi, la poca pratica aveva come effetto, l'umiliazione del malcapitato di turno.

Spero che negli anni le cose siano cambiate...

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Re: Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di PAOLI SABRINA -

Ciao e scusa se ti rispondo solo ora! Purtroppo molto impegnata da tutti i punti di vista!!
Lavoro a scuola come educatrice da 16 anni (sia alle elementari che alle medie). Il problema principale, secondo me, non è tanto il + o il - o il voto quanto l'atteggiamento giudicante di molte maestre/i o prof.  Lo sguardo è posto sulla bravura o meno dello studente ma poche volte ho trovato insegnanti che valutano in toto la situazione di ciascuno. Per esempio spesso si fanno compiti in classe in base a ciò che è stato insegnato e appreso anche con compiti a casa. Se andiamo a vedere bene coloro che hanno buoni voti sono ragazzi seguiti dai propri genitori o altri, mentre spesso chi in qualche modo è abbandonato a se stesso (per vari motivi come genitori che se ne infischiano, genitori che non sono in grado e non hanno soldi per le ripetiz,...) ha voti medio bassi. Insomma secondo me ci dovrebbe essere una maggiore attenzione da parte dell'insegnante nel vedere dall'altra parte un'altra persona e trovare tutte le strategie immaginabili e possibili affinché realmente l'insegnamento possa arrivare a tutti. E' anche vero, e questo lo vedo tutti i giorni, che questo non è assolutamente semplice anche perché oggi l'insegnante si trova ad insegnare in situazione sempre più difficili e complicate!! Probabilmente la domanda dovrebbe essere: verso quale educazione / formazione dei nostri ragazzi (futuri cittadini attivi) vogliamo andare?


In riposta a PAOLI SABRINA

Re: Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di STAGI STEFANO -

Difatti i + e i - non vanno intesi senza un riferimento a un qualcosa di fattivo,come il premio per un'attività di compito a casa svolto dai ragazzi.Resto comunque molto scettico sulla validità pedagogica e l'efficacia didattica degli stessi ( a voler tacere della liceità).Vi sono mille e uno strumenti per conseguire il medesimo fine di " premio".  La difficoltà dell'insegnamento oggi come oggi si risolve facilmente adottando una o più delle seguenti misure ( vo citando alla rinfusa senza pretesa di completezza):

1) scuola al pomeriggio con ridefinizione del tempo scuola e lotta alla dispersione scolastica;

2) attività di lavoro in gruppo,con ruolo preponderante per la peer education;

3) soppressione del valore legale del titolo di studio;

4) scuole estive;

5) attività didattiche extracurricolari potenziate ( per esempio lezioni in biblioteche statali,archivi,musei,aree archeologiche etc);

6) premi salariali conseguenti agli insegnanti che fanno quanto sopra.

Non invento nulla:Codignola nel 1950 aveva già scritto al proposito. Del perchè nulla si sia fatto da 68 anni ad ora lascio proporre a voi ogni motivo.


In riposta a STAGI STEFANO

Re: Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di SALVINI ELEONORA -
Buongiorno,

credo che questi interventi abbiano poco senso se non accompagnati da un cambiamento radicale dell'atteggiamento e dei metodi che dilagano nella scuola. Come diceva Sabrina, ad esempio, non considerare il contesto in cui l'allievo vive e di conseguenza le possibilità/opportunità che ha, oppure non rendersi conto che "non a tutti piace tutto" e quindi deve essere tenuto conto delle inclinazioni e delle passioni dell'allievo (ovviamente nei limiti di una programmazione, anche se flessibile e diversificata) etc. Trovo piuttosto inutile creare, prolungare o relegare la scuola al pomeriggio se si reiterano meccanismi incancreniti che svalutano l'allievo e le sue potenzialità, con un atteggiamento giudicante non solo sui risultati, ma anche e soprattutto sulla personalità. Lo stesso per le scuole estive, (che diamine, diamo del tempo a questi bambini e ragazzi per fare esperienza fuori dalla scuola, dall'istituzione, di correre nei prati e giocare ai videogiochi, dipingere o andare al mare, anche nell'utopia di una scuola più libera diamo loro più libertà. C'è altro oltre la scuola). La soppressione del valore legale del titolo di studio, se tu e/o Codignola intendete, un "mondo di unicorni e arcobaleni" dove non si considerano i risultati scolastici ma le vere capacità e potenzialità di una persona, per l'attribuzione di meriti e la ricerca di lavoro, te lo/ve lo firmo anche domani. Ma il "mondo degli unicorni e degli arcobaleni" non esiste, non perchè l'umanità è cattiva o c'è un Dio o uno Zeus che si diverte a far soffrire le persone, più semplicemente l'umanità è complessa, si aggrega in società sempre più articolate e quindi certe "classificazioni" (oddio che termine brutto, scusate è mattina e ho sonno) sono necessarie anche e proprio per uniformare. (Ad esempio per definire le professioni, per istituire selezioni del personale, formazione continua) Certo è che non devono essere l'unico strumento. (Sono la prima ad avere a noia i voti e la gente che ostenta cultura perchè ha un pezzo di carta dipinto a mano).
Chiedo scusa se ho frainteso te o Codignola, l'obiettivo non sarebbe quello di un'arida critica ma di un confronto.

Buona giornata a tutti!
In riposta a SALVINI ELEONORA

sul + e -: dal mondo degli unicorni e arcobaleni alla piramide rovesciata

di STAGI STEFANO -

Buona sera a tutte e tutti,

il cambiamento radicale invocato c'è già stato: per dirla con un'espressione abusata ma efficace,si è rovesciata la piramide passando da una scuola centralizzata ( famosa era l'espressione di quel ministro dell'istruzione che soleva dire che al giorno X dell'ora Y del mese Z tutti gli studenti facevano lo stesso paragrafo del manuale ufficiale,adottato identico per tutte le scuole del Regno da Bolzano a Derna in Libia.....mi pare fosse il ministro De Bono) a una autonoma,dove si è posto al centro lo studente CON le famiglie. Prevedo già l'obiezione: perchè allora si  insiste ancora su prassi come quelle da Voi indicate?

Provo a dare delle risposte:

1) perchè il corpo docente è "vecchio" ( non solo da un punto di vista anagrafico) e non ha "digerito" il cambiamento. Parrà strano ma quegli insegnanti più nostalgici del modello educativo "vecchio" ( in sintesi estrema: programma-compiti-verifica-voto in decimi-titolo di studio- posto di lavoro: schema scolastico unidirezionale) sono i più giovani. Perchè? perchè si sono formati in un'università che nemmeno lei ha digerito-per così dire- l'autonomia,se non nelle prassi degeneri delle parentopoli localistiche.

2) perchè la società italiana è sclerotizzata su male abitudini difficili da correggere: ricordo ai più giovani che dal 1969 al 1998 è stato vigente un modello SPERIMENTALE di esame di Stato che anno dopo anno era lasciato invariato per evitare di urtare tutti quanti,a partire dai genitori;

3) perchè per essere efficace l'autonomia scolastica necessita di risorse umane e finanziarie che MAI sono state destinate al capitolo di spesa "istruzione". L'Inghilterra - culla della scuola autonoma - ha un corpo ispettivo ( chi sono gli ispettori? personale dirigente della scuola che DOVREBBE verificare la correttezza delle prassi nella scuola) di 5000 unità,l'Italia 212. Ma la Francia - culla del modello opposto,la scuola centralizzata - dal canto suo ha un corpo ispettivo di 4000 unità di personale: l'Italia ne aveva 500 circa quando condivideva l'accentramento scolastico. DAl 1990 al 2015 l'Italia ha ridotto del 25% il totale dei denari destinati al settore della scuola,università e ricerca. Applicato a altri settori del pubblico impiego,è come se fossimo passati da 165 tribunali a 125,da 110 prefetture a 80,da 20 Regioni a 15 etc. Vi risulta che sia avvenuto un taglio tale? 

Come vedete,mi attengo a cose pratiche - persone.strutture e il vile denaro- e lascio stare ogni riferimento al mondo degli unicorni o degli arcobaleni (purtroppo!): rilevo solo che il valore legale del titolo di studio in un paese che pullula di diplomifici ( devo ricordarti,cara Eleonora Salvini, il trota figlio di un certo onorevole con le sue lauree in Albania?)non ha molto senso,se non ampliare ulteriormente il divario tra ricchi - che possono comprarsi il pezzo di carta (anche dipinto a mano) e quanti devono contentarsi di una scuola e università sempre più isolate perchè assediate.

In tutta franchezza continuo (e vi assicuro di non essere certo solo) a lottare e credere in una scuola che abbia come finalità quella di PROVARE a fare teste ben fatte più che teste ben piene,ma sono anche conscio che ai padroni delle ferriere del nostro tempo - come di TUTTI i tempi-  servono soprattutto teste vuote da riempire con i consigli per gli acquisti.

Spero di essere stato chiaro!

In riposta a PAOLI SABRINA

Re: Lezione del 22/11 argomento i + e i -

di BRUNO OLIVIA -

Salve,

scusate l'estremo ritardo di risposta. 

Io da studentessa ho subito la "strategia" del più e del meno e ciò mi ha creato più di un problema di sicurezza ma soprattutto di paura dell'errore.

Oggi da educatrice cerco di mettere i ragazzi in condizioni di sbagliare allegramente, ovvero cercando di non criminalizzare l'errore ma renderlo l'elemento fondamentale dell'apprendimento.

Come dice Sabrina, "ci dovrebbe essere una maggiore attenzione da parte dell'insegnante nel vedere dall'altra parte un'altra persona e trovare tutte le strategie immaginabili e possibili affinché realmente l'insegnamento possa arrivare a tutti."

Dare più è e meno è un modo grossolano per cercare di giudicare i ragazzi che hanno invece competenze distinte e questo provoca un effetto molto negativo. Molti si spaventano di un possibile errore e quindi preferiscono tacere o non provarci nemmeno.