Buongiorno Professoressa.
Faccio una premessa che ritengo importante. Molto della riuscita del corso stesso dipende dalla qualità dei gruppi. Più un gruppo è coeso, collaborativo, intraprendente, più il corso risulta formativo e coglie nel segno. Detto questo, rispondo con ordine a ciascun punto, sapendo che il mio giudizio è influenzato molto dalla qualità altissima del gruppo in cui ho lavorato.
1) Non ho le competenze in merito per effettuare un giudizio a riguardo. Ma questa trasformazione ha reso il corso di notevole interesse. Per essere più concreti, è sicuramente tra i 3 o 4 corsi più stimolanti e inventivi della mia carriera universitaria.
2) Il protocollo è ottimo. La limitazione temporale per l'esposizione spinge davvero a un raffinamento delle strategie argomentative e del modo di esposizione.
3) L'aspetto "interdisciplinare" è fondamentale, ed è ciò che permette a ciascun membro del gruppo di uscire dal proprio orizzonte del discorso spesso solipsistico e di lavorare per la reciproca comprensione. Se avessimo fatto tra gruppi di filosofia, avremmo parlato "filosofese" (cosa sicuramente importante), ma avremmo perso il senso del dibattito, la sua destinazione per un auditorio non specializzato. Devo però fare una precisazione. Il non parlare la stessa lingua a livello di pensiero può portare a difficoltà di comprensione e interazione tra membri di facoltà diverse. Soprattutto in una magistrale di filosofia, pensare filosoficamente è piuttosto diverso da altri modi, a loro volta diversi tra loro (storico, pedagogico, per esempio) Il successo dell'aspetto "misto" dipende dalla disponibilità dei vari membri dei gruppi all'ascolto reciproco. Io mi sono trovato a lavorare con persone di grande apertura e disponibilità e questo influenza sicuramente il mio giudizio positivo.
4)Sinceramente, per la mia esperienza, questo non è stato del tutto convincente. Molto mi pare dipendesse dal fatto che il nostro gruppo aveva le idee molto chiare e che le obiezioni offerte dai docenti erano troppo incentrate sul contenuto e non sul modo. Però in linea di principio potrebbe essere un'idea.
5)Questo è l'aspetto che io preferisco e ciò che sicuramente rende il valore di questa prova in assoluto. A filosofia siamo anche troppo abituati (giustamente) ad avere a che fare con i contenuti. Questo è stato il primo corso in cui seriamente era messo a tema l'aspetto fondamentale del modo di presentazione. I suoi vantaggi sono innumerevoli e di spessore: sviluppa il senso della strategia argomentativa in modo autonomo rispetto ai contenuti, favorisce di gran lunga la cooperazione all'interno dei gruppi, apre la mente a prospettive che ci sono estranee, favorisce il senso della pianificazione e della previsione delle mosse altrui, aiuta i singoli alle organizzazioni dei propri pensieri.
6) Ritengo che il voto collettivo sia giusto de jure. Tuttavia, è ovvio che singoli casi potrebbero essere controversi. Persone poco collaborative o più collaborative "premiate" con lo stesso voto. Ma io sono comunque convinto che sia la mossa giusta, perché è un incentivo per lavorare davvero di gruppo, cosa che nella nostra facoltà di scienze filosofiche è rara.
In generale, sono sinceramente entusiasta dell'esperienza. L'unico suggerimento (discutibile) che mi sento di dare è di trovare dei metodi per la formazione dei gruppi che permetta maggiore omogeneità (in termini di appartenenza alle diverse facoltà) tra le squadre.