analfabetismo digitale e partecipazione del cittadino

analfabetismo digitale e partecipazione del cittadino

par BACCINI MARIA CHIARA,
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Dunque, voglio approfondire il discorso sull’analfabetismo digitale...è buffo come le discipline che studiamo riescono sempre ad incontrarsi, prima o poi. Ecco allora che la mia riflessione parte proprio dallo studio del diritto amministrativo; la nuova concezione dell’amministrazione e soprattutto della sua vicinanza al cittadino , il suo metterlo al centro, il suo renderlo partecipe, attivo, il suo mettersi in dialogo con esso, dialogo che deve andare dall’amministrazione al cittadino e dal cittadino tornare all’amministrazione per farla crescere, migliorare in efficienza, efficacia….tutto questo mi sembra sorprendentemente simile a quello che per quattro anni abbiamo sentito dire riguardo al nuovo sguardo della scuola verso lo studente...no? Si...evidentemente è stato frutto di una riflessione che è partita da...metà ‘900?...no prima….e che ha investito diversi ambiti. Ecco che nel libro sulla Pubblica amministrazione si insiste tantissimo sull’importanza di avvicinare i cittadini, renderli partecipi, si insiste sull’importanza del principio di sussidiarietà soprattutto orizzontale. Anzi cito la modifica dell’articolo V circa la sussidiarietà “ finalizzata a consentire il pieno dispiegamento del potere del cittadino, della famiglia, delle associazioni di svolgere un ruolo attivo nell’espletamento delle funzioni sociali”. Bene...e quindi? Cosa c’entra l’analfabetismo digitale? C’entra nella misura in cui le amministrazioni oggi utilizzano molto il canale digitale; il diritto di accesso, strumento attraverso il quale viene rispettato sì il principio di trasparenza ma anche di partecipazione, diventa anche, ma non solo, accesso civico, in quanto le amministrazioni hanno l’obbligo di pubblicare i loro documenti, informazioni e dati. Ecco allora che la partecipazione democratica del cittadino viene negata a chi non possiede competenze digitali. Sono state create le reti civiche per l’esigenza di dialogo, confronto e incontro, ma se io non riesco ad usare il computer, o non ho un accesso ad internet….tutto questo mi è precluso. E a chi spetta il compito di promuovere la cultura della comunicazione informatica? Agli enti pubblici...e la scuola ne è un esempio, ente ad autonomia funzionale ma sempre ente pubblico è, la sua attività è servizio della comunità tutta.

Ma che alla scuola spettasse questo compito, cioè di diffondere anche una cultura digitale, non è un mistero:

  • competenze di base per l’apprendimento permanente: competenza digitale

  • competenze chiave per la cittadinanza: collaborare e partecipare; acquisire ed interpretare l’informazione (ma anche le altre possono contenere riferimenti al riguardo)

  • competenze di base: Essere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui vengono applicate (asse scientifico e tecnologico)

  • "Piano Nazionale per la scuola digitale" e "il manifesto delle avanguardie educative"

E proprio il rinnovamento dell’amministrazione sul piano tecnologico ci permette oggi di pensare ad una burocrazia non nazionale ma europea se non internazionale...e scrivendo questo la mia mente mi porta poi a Morin...la cittadinanza planetaria..il dialogo...ma la fermo qua altrimenti non la smetto più.


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Re: analfabetismo digitale e partecipazione del cittadino

par DEVI ANGELA,

Ciao Maria Chiara!

Riflessione davvero interessante, anch'io mentre studiavo diritto amministrativo riflettevo su quanto il progresso sociale e culturale di un paese dipenda dall'istruzione pubblica. La partecipazione all'amministrazione è un tassello molto importante che abbiamo acquisito in anni e anni di storia, tuttavia per poter realmente attuare questa "cittadinanza attiva" occorre che vi siano date le possibilità fisiche e mentali. Non solo bisogna educare le nuove generazioni a non essere analfabeti digitali, ma occorre anche che si consideri la possibilità di accedere ai mezzi tecnologici e alla connessione internet (che non è così scontata come si potrebbe pensare). Aggiungerei,inoltre un altro aspetto che tratta il libro di diritto amministrativo, ovvero quando dice che la digitalizzazione dell'amministrazione non deve ridursi a una semplice trasposizione di ciò che prima si faceva sulla carta, ma che l'utilizzo degli strumenti tecnologici deve semplificare e rendere più veloci le precedenti pratiche degli uffici pubblici. Oramai la competenza digitale è riconosciuta fondamentale in tutti gli ambiti della vita in società, perciò decisamente la scuola non può sottrarsi a questo compito, considerando soprattutto l'investimento che si sta facendo in tutti gli altri ambiti del sapere sui mezzi tecnologici.  

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Re: analfabetismo digitale e partecipazione del cittadino

par FORMICONI ANDREAS ROBERT,

Ecco, qui, di divergenza in divergenza, quando dici...

Anzi cito la modifica dell’articolo V circa la sussidiarietà “ finalizzata a consentire il pieno dispiegamento del potere del cittadino, della famiglia, delle associazioni di svolgere un ruolo attivo nell’espletamento delle funzioni sociali”

... posso richiamare l'iniziativa, già citata, di alcuni cittadini di un piccolo paese di informarsi, capire e imparare ad affrontare in positivo un evento che li investe nel quotidiano, a casa loro:

https://poggioallacroce.wordpress.com/2017/10/03/progetto-di-accoglienza-minima/

Ne parleremo, perché anche qui le tecnologie c'entrano e perché anche qui di formazione si parla: da un lato c'è lo sforzo di autoformazione dei cittadini, dall'altro c'è la problematica di aiutare gli organi preposti a formare gli ospiti, secondo il principio di sussidiarietà, al fine di acquisire gli elementi minimi per potersi interfacciare con la società in cui si trovano e della quale non sanno assolutamente nulla.  Questo a prescindere dalle considerazioni sui massimi sistemi, che lasciamo a chi di dovere, ma (anche) solo nell'ottica di formare una cittadinanza che affronta i problemi che la concernono con il raziocinio, con gli strumenti della conoscenza e, quindi oggi, anche con le competenze tecnologiche.

Ci torneremo.