Il Bluff della matematica finlandese

Il Bluff della matematica finlandese

by BIANCHINI SILVIA -
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Buonasera a tutti\e,

vorrei condividere con voi questo piccolo "shock" che mi ha molto incuriosito.
Ieri sera stavo leggendo il capitolo tre del manuale, che riguarda Il problema della matematica, riguardo a come sia cambiato l'insegnamento della matematica negli anni. In particolare si ironizza sul fatto, nella nota a fondo pagina, che in effetti non è che ci siano stati poi questi passi da gigante (nel concreto), ma soprattutto, ed è qui che mi sono stecchita, si parla del fenomeno del BLUFF DELLA MATEMATICA FINLANDESE. 

Fino dai primi anni di università io ho sempre sentito la Finlandia un po' in bocca a tutti, e sinceramente mi interessava anche come argomento della tesi fino a poco tempo fa, ma solo ora apprendo questo altro lato della medaglia. 
Infatti, sembrerebbe che si, le valutazioni PISA dell'OCSE riportano risultati brillanti nella Finlandia che la candida al primo posto, ma come lo stesso manuale ci conferma, diversi accademici finlandesi denunciano il fatto che nonostante questi risultati ai testi, le competenze matematiche scolastiche siano in forte regressione.

In questo articolo, di Giorgio Israel, storico della scienza nonché professore dell'Università di Roma la Sapienza, si spiega bene il perché, e soprattutto cosa i Finlandesi hanno eliminato dalla loro didattica della matematica.

file:///C:/Users/silvi/Desktop/ilgiornale_israel_1maggio2011.pdf

Ho trovato l'articolo molto interessante in primo luogo perché affronta un argomento che per me era del tutto sconosciuto sotto questo aspetto e poi perché ci rimanda a considerare l'utilizzo e l'attendibilità  delle prove standardizzate... forse dovrebbe essere rivisto o per lo meno ridefinito l' obiettivo che si intende conseguire con il loro impiego?

(cari finlandesi, avete un po' ragione a fare un bel taglio sul programma forse, ma vi farei vedere la matematica della prof.ssa Gavagna ; dai su, chi è che non si è un po' di divertito a fare le moltiplicazioni cinesi, a crocette...per non parlare di quelle con le dita!?)

Fatemi sapere cosa ne pensate colleghe e colleghi 

e buona serata a tutti!

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Re: Il Bluff della matematica finlandese

by BIANCHINI SILVIA -

Scusate, vi allego qui sotto il pdf dell'articolo perché credo di aver inserito male il link

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Re: Il Bluff della matematica finlandese

by ABBITA GIULIA -

Ciao Silvia

trovo interessante questo articolo!  Durante le mie esperienze di tirocinio non sai quante volte ho visto insegnare la matematica in maniera rigida e nozionistica, come se l'importante fosse il risultato finale e non il processo logico deduttivo che portava il bambino a trovare una soluzione, arrivare a capire il perché delle cose, quale processo l’ha portato fin li. È proprio vero l’insegnante si occupa spesso solo dei risultati finali, senza dare delle vere dimostrazioni! Anche io penso che tutto questo non permetta lo sviluppo delle capacità logico-deduttive dello studente è che sia “come pretendere di addestrare uno scultore senza mai mettergli in mano uno scalpello”.  

A questo proposito, durante la mia ultima esperienza di tirocinio presso la scuola sperimentale “ Scuola Città Pestalozzi “ di Firenze ho avuto modo di osservare una buona pratica che ben si presta all’idea di stimolare il pensiero matematico e logico del bambino, tener conto di tutto il processo logico che sta dietro la risoluzione di un compito e di un problema: “ Il Rally matematico”. In sintesi, si tratta di una gara internazionale fra classi, dal terzo anno di scuola primaria al secondo anno di scuola secondaria di secondo grado (allievi da 8 a 16 anni), basata sulla risoluzione di problemi di logica e matematica collaborando nel piccolo gruppo (5-6 bambini).   I bambini, in maniera del tutto autonoma, sono tenuti a leggere i quesiti (di matematica, geometrica, logica), fare ipotesi e ragionamenti nel piccolo gruppo ( massimo di cinque bambini) sulla risoluzione del compito assegnato. Ogni bambino può dare il proprio contributo,  fare ipotesi, stimolare il ragionamento sul problema, spingere il compagno a riflettere su eventuali errori, collaborando insieme. La cosa più interessante riguarda il processo finale dell’attività, poiché una volta risolto il problema il gruppo è chiamato a trascrivere su un apposito foglio non solo “ il risultato” del problema  ma anche e soprattutto come si è arrivati a un certo risultato, quale processo di ragionamento si è seguito, eventuali difficoltà che si sono incontrate durante il cammino, come queste si sono risolte, come si è arrivati a quel punto, perché si è scelta una eventuale strada rispetto a un’altra, trascrivendo il come ed il perché si è giunti a una determinata soluzione.  Devo dirti che sono rimasta molto entusiasta da questa iniziativa a cui ha aderito la mia scuola. E' stato interessante notare come ragionava ogni gruppo di bambini, come collaboravano nel piccolo gruppo, quali domande si sono posti e come hanno superato le difficoltà. Questo mi ha portato a ragionare su una cosa importante e cioè che fare matematica non significa fare calcoli a memoria o arrivare semplicemente a un risultato ma significa  imparare a pensare!